Non profit

Uisp aderisce all’appello

Unione italiana sport per tutti si unisce all'appello "Non chiudete quelle sedi"

di Redazione

L’Uisp aderisce all’appello “Non chiudete quelle sedi”, lanciato da Fnsi, Usigrai, Articolo 21 e altre associazioni, e critica la possibilità che il CdA della Rai proceda alla chiusura di cinque sedi estere e di Rai Med. Guarda caso si tratta di sedi in Africa, America Latina, Medio Oriente ed India, aree del mondo in via di sviluppo, dove più intensa è l’attività delle Ong e della cooperazione internazionale, dove le ferite sociali sono più gravi.

 
Alla vigilia di un’importante iniziativa di sport e solidarietà in Africa, la “Bamako-Dakar”, tour ciclistico dal Senegal al Mali per collegare vari progetti di cooperazione, in quest’area africana vittima di guerre civili e povertà, l’Uisp chiede al CdA della Rai di tener fede alla missione di servizio pubblico e di narrazione sociale finalizzata al diritto ad informare ed essere informati di tutti i cittadini.

 
Lo sportpertutti e lo sport sociale chiedono che la Rai non tagli i ponti con realtà che meritano, più di altre, di essere raccontate e conosciute. Le redazioni Rai a Beirut, il Cairo, Nairobi, Nuova Delhi e Buenos Aires sono avamposti di competenze ed esperienze  maturate negli anni e rappresentano un tratto distintivo della nostra azienda televisiva di servizio pubblico nel mondo.

 
In quelle aree disagiate lo sport è molto spesso un messaggio di amicizia, di dialogo e di solidarietà che chiediamo possa continuare ad essere raccontato con autonomia e professionalità dai giornalisti e dai tecnici Rai.

Infine, d’accordo con il presidente della Fnsi Roberto Natale, ci chiediamo: “Se confermata, la scelta sarebbe un colpo durissimo alla legittimazione pubblica della Rai. Tanto più grave se si pensa che la chiusura delle cinque sedi consentirà un risparmio pressoché equivalente alla spesa che sarà fatta per scritturare Ron Moss e Raz Degan per lo spettacolo del sabato sera Rai is ‘Beautiful’ “.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.