Famiglia
Ultrà? certo, ma solidali
Viaggio in quattro associazioni antirazziste nate in curva
di Redazione
Visto da fuori sembra un?equazione inevitabile: ultras uguale razzista. «Non è sempre così, anzi in alcuni casi sono proprio i ragazzi delle curve ad essere più avanti delle istituzioni che su questo fronte in Italia si sono distinte per la loro assenza», la denuncia arriva da Daniela Conti responsabile per la Uisp del coordinamento italiano del network Fare (Football against racism in europea).
Venezia, Perugia, Ancona e Campobasso. Sulle gradinate di questi quattro stadi sono nate altrettante associazioni che si battono per diffondere la cultura antirazzista. In riva alla laguna i 30 ragazzi di Noi Ultras, associazione nata nel 1999 su assist degli Ultras Unione, storico gruppo della curva sud, fin dai tempi della serie A dividono la loro passione con una cinquantina di camerunensi, moldavi e curdi. «Grazie a una convenzione con l?assessorato alle politiche sociali e la dirigenza, la nostra associazione disponeva di un pacchetto di ingressi scontati da dividere fra immigrati e disabili», ricorda Francesco Peverieri. «Con la squadra è in C2, è tutto più difficile», si rammarica, ma nei suoi ricordi rimarrà scolpito il derby del 2000 contro il Verona, «gli ospiti se la presero con Bruno N?Gotty finchè abbiamo incominciato a fischiare i giocatori bianchi del Verona. In pochi minuti l?intero stadio ci ha seguito». Sulle stessa lunghezza d?onda, gli Ingrifati del Perugia, che proprio nel 2000 fondarono un?associazione dichiaratamente antirazzista: la Afro-Grifo che oggi si chiama Nunca Mas. «Siamo in un centinaio, di cui 20 stranieri, fra rumeni, albanesi, marocchini, ecuadoregni», racconta la portavoce Silvia che la scorsa stagione ha assistito allo spareggio contro il Torino fianco di un gruppo di palestinesi ospiti degli Ingrifati.
Ad Ancona il 23 ottobre si è invece chiusa la settimana antirazzista. Protagonista assoluta la polisportiva Assata Shakur, associazione mista nata sugli spalti dello stadio dorico su iniziativa degli ultras marchigiani e della comunità pakistana e bengalese. A chiudere il drappello, proprio in queste settimane si sta formalizzando l?associazione Ultras antirazzisti promossa dal gruppo Smoked Heads di Campobasso.
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