Agricoltura, edilizia e servizi alle persone. Quasi la metà delle coop iscritte alle Camere di commercio, il 2% del totale delle imprese italiane, operano in questi tre settori di attività. La loro incidenza – secondo dati Unioncamere – raggiunge il 37% nel campo della sanità, il 9% nella formazione, il 5,6% nei trasporti.
Per quanto riguarda la distribuzione delle coop a livello territoriale si registra che circa la metà ha sede nel Nord. Il flusso occupazionale è rilevante: quasi 100mila nuovi assunti ogni anno per un milione e centomila occupati, il 6,2% dei lavoratori italiani.
Rispetto al tessuto imprenditoriale italiano, il mondo coop risulta più propenso allo sviluppo dimensionale. Infatti le micro e piccole imprese – quelle comprese tra 10 e 49 addetti – rappresentano il 22% del totale (contro il 4,4% delle imprenditoria italiana) e le medie – tra 50 e 500 addetti -, il 5,8% (rispetto allo 0,5%).
Ma è l’attenzione rivolta al sociale il tratto distintivo del movimento cooperativo. Nonostante la crisi le coop sociali hanno aumentato nel 2009 il loro fatturato, +1,85%, e gli occupati, +1,10%. La base sociale continua ad aumentare a buoni ritmi: +3,5% nel 2009, raggiungendo i 7 milioni.
I due grandi asset economici del pianeta cooperativo sono credito e grande distribuzione.
Il credito cooperativo è un modello organizzativo che raccoglie 426 Bcc e oltre 4mila sportelli (più del 10% degli sportelli bancari presenti in Italia). Al 31 marzo 2010 gli impieghi delle Bcc nel loro insieme si attesta a 127,3 miliardi di euro, con una raccolta diretta di 148 miliardi e un patrimonio di 19,6 miliardi.
Conti in crescita anche per Coop Italia, che nel 2009 aumenta il fatturato dell’1,7% e si conferma il primo gruppo della grande distribuzione italiana raggiungendo i 12,8 miliardi di euro. Le cooperative del gruppo Coop investiranno in strutture nuove (55 punti di vendita tra il 2010 e il 2012, di cui 15 ipercoop con 4mila nuovi addetti).
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