Mondo

Un grande lavoro sul fronte dei diritti

La voce di Amnesty

di Redazione

La presenza di Amnesty International a questo forum è certamente atipica in quanto non siamo una ong di cooperazione allo sviluppo, nel senso comune dell’espressione. Il nostro contributo può essere utile, tuttavia, nel porci come soggetto che coopera, con partner e istituzioni dell’Africa, allo “sviluppo” di norme e prassi per il rispetto dei diritti umani verso le quali chiediamo che le politiche di cooperazione dei governi siano coerenti. Il Rapporto annuale 2010, fresco di stampa, descrive ancora una volta un continente in cui accadono cose significative dal punto di vista dei diritti umani. Ne sono la dimostrazione gli impegni dei governi di Burkina Faso e Sierra Leone, stimolati da Amnesty International e dalle ong locali, per ridurre drasticamente la mortalità materna; il contributo dato dai Paesi africani per l’abolizione della pena di morte, stabilita nel 2009 in Burundi e Togo, e con la più grande commutazione di massa a noi nota, di cui hanno beneficiato 4mila condannati in Kenya; la crescente sensibilizzazione delle opinioni pubbliche, in Egitto, Kenya e Zimbabwe, sul fatto che gli sgomberi forzati sono un crimine di diritto internazionale.
Nonostante l’immediata solidarietà regionale manifestata nei suoi confronti, alcuni governi africani (tra cui Botswana e Sudafrica) si sono detti pronti a rispettare i propri obblighi internazionali rispetto al mandato di cattura emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente sudanese al-Bashir. A fronte di questo, impunità, discriminazione e violenza continuano a essere i tratti dominanti dell’esperienza politica di numerosi governi. Le forze di sicurezza e le forze armate hanno proseguito a compiere stragi (come l’uccisione di 150 manifestanti nello stadio di Conakry, in Guinea, il 28 settembre) e a ridurre al silenzio oppositori, giornalisti indipendenti e attivisti per i diritti umani. In alcuni Paesi, tra cui Malawi e Uganda, una preoccupante ondata di omofobia ha provocato arresti e condanne e persino la presentazione di norme che punirebbero, se approvate, con la pena di morte il “reato di omosessualità aggravata”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.