Non profit

«Un impegno reciproco a fare le cose sul serio»

La questione Rom: la Casa della Carità è la fondazione a cui più di tutti gli altri enti è toccato tenere i rapporti con le istituzioni milanesi in tema “campi rom”

di Redazione

Nessun timore, via Triboniano si avvia verso la soluzione. A dirlo è la Casa della Carità, la fondazione a cui più di tutti gli altri enti è toccato tenere i rapporti con le istituzioni milanesi in tema ?campi rom?. Da una loro idea è nato il ?patto di socialità e legalità?, lo strumento che ora il Comune ha adottato per gestire il problema: «Il patto è un impegno reciproco a fare le cose sul serio», dice Massimo Mapelli, responsabile Accoglienza della fondazione Casa della Carità. «Sono regole di convivenza», aggiunge Mapelli, «che permettono ai rom di avere rispettato il loro diritto a un alloggio dignitoso in cambio di comportamenti non dannosi a livello sociale». E chi rifiuta? «Per ora non è successo, anche perché se c?è qualcosa che non va, si discute», aggiunge Mapelli. Nel mondo associazionistico, però, qualche malumore circola, anche in merito all?efficacia del patto una volta installati i container. «Se il Comune rispetta il piano di 11 container ogni due giorni», spiega Mapelli, «in tre settimane tutti avranno un alloggio dignitoso».In tutto, tre piccoli campi di 33 container ciascuno, completi di gas, luce e acqua, che i rom dovranno pagare. Le associazioni coinvolte saranno allora chiamate in causa direttamente, e il primo a dirlo è proprio il rappresentante della Casa della Carità: «Dovremo collaborare per creare spazi sociali di integrazione tra rom e cittadinanza», conclude Mapelli.

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