Welfare

Un nido per i figli delle guardie carcerarie

Domani il taglio del nastro. L'asilo nido sarà aperto anche ai piccoli dei comuni limitrofi

di Redazione

Si inaugura domani, venerdì 24 giugno, alla Casa di reclusione di Milano-Opera, il nuovo asilo nido per i figli delle guardie carcerarie impiegate presso la struttura. Il servizio, con ingresso indipendente, sarà usufruibile anche dai cittadini dei Comuni limitrofi. Al taglio del nastro saranno presenti il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, l’assessore alle Politiche sociali dell’Ente, Massimo Pagani, l’assessore alla Famiglia alla Solidarietà sociale di Regione Lombardia, Giulio Boscagli e il direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano.
Alla cerimonia sarà presente anche il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Luigi Pagano.

La Provincia di Milano ha finanziato il nido destinando 130mila euro dal 2009 per la sua realizzazione «Il nuovo nido offrirà l’opportunità ai dipendenti dell’istituto carcerario più grande d’Europa di affidare i loro figli a un asilo nido gestito da personale qualificato – ha dichiarato il presidente Podestà – Abbiamo voluto dare il nostro contributo alla realizzazione di questo importante progetto nella certezza che si sia data risposta concreta alle necessità impellenti del personale. Il progetto rientra in un più ampio piano volto al sostegno e alla tutela non soltanto delle guardie carcerarie ma anche dei detenuti. La Provincia di Milano, infatti, ha stanziato ulteriori 37mila euro per finanziare il progetto “Genitori sempre” che ha come obiettivo quello di garantire la tutela del rapporto tra detenuti condannati e figli attraverso incontri in carcere alla presenza di operatori qualificati».

«La scelta di aprire un nido aziendale all’interno di un carcere – aggiunge l’assessore Pagani – fa parte di una serie di iniziative che la Provincia ha messo in campo in tutte le case di reclusione del territorio per favorire sempre e comunque la relazione tra genitori e figli. Questo nido, aperto anche alla cittadinanza, va inoltre nella direzione di integrare il più possibile chi lavora in questa delicata struttura con chi vive al di fuori delle mura circondariali. A dicembre abbiamo stanziato altri 86mila euro per un analogo progetto sul carcere di Bollate»

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