Famiglia

Un pesce fuor d’acqua

Cosa ci fa la protezione civile all'estero?

di Redazione

Da decenni, in ambito umanitario le protezioni civili vengono considerate utili ed efficienti solamente nelle operazioni di ?search and rescue?, da effettuare nelle prime ore dopo il disastro. D?altronde, neppure in Italia il Dipartimento si occupa di ricostruzione, microcredito, educazione e sanità pubblica. è diversa la sua natura, diversi i suoi compiti, diverse le capacità che gli sono richieste. Dando luogo ad un altro caso inedito, la Protezione civile sta in parte agendo come organismo di finanziamento per i progetti di ong e altri enti. Quello che negli altri Paesi è compito dei ministeri degli Esteri o della Cooperazione, in ragione delle complesse relazioni politiche connesse a questa attività. Anche in questo caso occorrerebbe una competenza amministrativa che gli organismi specializzati hanno impiegato decenni a costruire, e questa natura ibrida di esecutore-finanziatore rappresenta un elemento di ulteriore complessità. Bisogna augurarsi che al termine dell?avventura asiatica sia prevista una valutazione rigorosa e indipendente delle azioni realizzate dal Dipartimento, mettendole a confronto con quelle di altri attori (ong, Nazioni Unite, Croce Rossa) e misurandone il rapporto costi/benefici.

Tratto dal rapporto di ActionAid international Gli interventi di emergenza della cooperazione italiana nelle aree colpite dal maremoto del 26 dicembre 2004 nel Sud-Est asiatico

di Gianni Rufini

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