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Un piano Marshall per il lavoro

L'allarme di Marzano (Cnel): «Si è speso più per salvare le banche che per l'occupazione»

di Redazione

La crisi globale nel 2009 ha colpito il lavoro di 200 milioni di persone, mentre le risorse destinate ad aiutare Paesi già poveri prima della recessione, come alcuni africani, si sono ridotte drasticamente. E gli Stati si sono trovati ad affrontare scelte cruciali in materia di welfare e protezione sociale, che hanno coinvolto una platea sempre più vasta di utenti. Su queste premesse, e per rispondere alle molte domande che esse suscitano, si è aperto oggi a Cotonou in Benin, il vertice dei Consigli Economico Sociali Africani.

Al centro dell’incontro, che si chiuderà il 14 ottobre, la crisi occupazionale mondiale e le iniziative dei Consigli Economici e Sociali per dare attuazione al Patto Globale per l’Occupazione, varato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo) nel 2009 con l’obiettivo di orientare le politiche nazionali e internazionali a stimolare la ripresa economica, a creare occupazione, a proteggere i lavoratori e le loro famiglie.

A presiedere il Vertice è Antonio Marzano, presidente del Cnel e dell’Associazione internazionale dei Consigli Economici e Sociali e di Istituzioni Simili (Aicesis). L’Aicesis ha anche organizzato a Cotonou il seminario su ‘Il ruolo dei Consigli Economici e Sociali come promotori e attori per l’attuazione del Patto Mondiale per l’Occupazione’, che si è tenuto questa mattina. “Occorrono urgenti investimenti in infrastrutture -ha detto Marzano aprendo il seminario- aiuti alle Pmi e incentivi al microcredito”. “La creazione di posti di lavoro è una priorità -ha ribadito Marzano- e servono proposte concrete per far fronte alla crisi occupazionale mondiale che lo scorso anno ha colpito più di 200 milioni di persone”. Per il presidente del Cnel ora “l’impegno più urgente è dare attuazione del Patto Mondiale per l’Occupazione dell’Ilo”. “Per contrastare gli effetti della crisi economica mondiale sono state stanziate più risorse a vantaggio degli istituti finanziari di quanto sia stato speso per salvaguardare l’occupazione e i sistemi di protezione sociale”, ha detto ancora Marzano parlando ai rappresentanti dei Consigli Economici e Sociali dei paesi africani. Il presidente ha quindi invitato gli oltre 60 Consigli aderenti a coinvolgere i rappresentanti del mondo del lavoro e delle imprese per elaborare progetti di rilancio dell’occupazione.

“Gli aiuti ai paesi africani più poveri si sono ridotti drasticamente, la situazione sociale si deteriora, crollano le esportazioni e gli investimenti esteri diretti, si riducono le rimesse degli immigrati”, ha sottolineato Marzano aggiungendo che a questa situazione si dovrebbe rispondere con un’azione coordinata tra le diverse istituzioni internazionali (Fmi, Banca Mondiale, Omc, Oil, Psnu) e “una maggiore cooperazione per ristabilire un clima di fiducia, mentre a livello dei singoli stati sono necessari investimenti in infrastrutture e più stimoli per la creazione di imprese, anche attraverso la microfinanza”.

“E’ dalla crescita del lavoro, soprattutto attraverso le piccole e medie imprese, e da politiche attive di gestione del mercato del lavoro e di qualificazione professionale, che potrà venire uno sviluppo sociale diffuso e duraturo. Ma -ha concluso Marzano- si potrà parlare di sviluppo solo se il lavoro che verrà sarà dignitoso, rispettoso della parità tra uomini e donne, delle pari opportunità e delle libertà civili”.

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