Non profit
Un presidente etero per l’Arcigay di Bari
Francesco Brollo è padre di una bambina di tre anni
di Redazione

Il ghiaccio lo aveva già rotto un ventennio fa Roberta Palermo, storica presidente dell’Arcigay di Messina. Nel 2009 invece era stata la volta di Salvatore Ferro, presidente a Catania, e infine, due mesi fa, di Emanuela Leone, segretaria del comitato di Cosenza. Ma non è bastato. L’elezione di un etero alla guida di una sezione della storica associazione omosessuale suscita ancora polemiche. Questa volta nell’occhio del ciclone è finito Francesco Brollo, neo presidente etero dell’Arcigay di Bari, padre di una bambina di tre anni.
Perché ha deciso di iscriversi ad Arcigay?
È successo molti anni fa a Venezia. Durante un meeting di poesia ho conosciuto Mario Stefani, un poeta mancato nel 2001, che viveva a Campo San Giacomo da l’Orio. Lì c’era anche una sede di Arcigay a cui Stefani era iscritto. L’ho fatto anch’io per condividere una battaglia di diritti.
I contrari alla sua elezione sostengono che un etero non può essere a capo di un comitato perché non ha mai subito discriminazioni…
La mia sofferenza è la stessa degli omosessuali che ricevono le offese. Una sofferenza che ho sperimentato quando convivevo con degli amici omosessuali e alcuni facevano battute anche su di me.
Si è sentito discriminato dagli omosessuali che non sono stati d’accordo con la sua elezione?
No. Credo semmai che la discriminazione sia quella che subiscono i ragazzi per le offese inflitte per comportamenti quali, ad esempio, un bacio o una carezza in pubblico. Non serve definire la sessualità per potersi impegnare in una battaglia comune in difesa degli omosessuali.
Franco Grillini, fondatore dell’Arcigay, dopo la sua nomina ha sostenuto che è come se Marchionne fosse a capo della Cgil.
Sono battute. Risponderò con quello che farò.
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