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«Una follia fare festa». La rivolta di Calderoli
Tre astensioni al Cdm di questa mattina
di Redazione

Il Consiglio dei ministri ha deciso che il 17 marzo sarà festa nazionale. “Posso confermarvi che è stato varato il decreto legge con il quale si stabilisce che il 17 marzo diventa festa nazionale a tutti gli effetti civili”, ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi.
”Nessun trionfalismo, ma soddisfazione per questa decisione” che ”è stata accolta con la riserva di tre ministri che non hanno aderito”, ha aggiunto La Russa precisando che ”erano presenti Calderoli e Bossi, che in modo garbato hanno presentato una diversità di opinione” e che ”non hanno votato”. ”Quando ho detto che i voti contrari erano tre – ha precisato – ho interpretato anche il pensiero di Maroni”.
Con la Lega, garantisce però La Russa, ”non c’è nessuna rottura, nessuna frattura”, ma ”solo una diversità di opinioni. Non obbligheremo nessuno a festeggiare l’Unità d’Italia, chiediamo solo rispetto”. E, “forse, quando il federalismo sarà compiuto, come mi ha fatto capire Bossi, anche gli amici che oggi hanno votato contro, probabilmente potranno più liberamente aderire a un parallelismo tra la forma dello Stato italiano, federale, e il forte sentimento nazionale”.
”Fare un decreto legge per istituire la festività del 17 marzo, un decreto legge privo di copertura (traslare come copertura gli effetti del 4 di novembre, infatti, rappresenta soltanto un pannicello caldo e non a caso mancava la relazione tecnica obbligatoria prevista dalla legge di contabilità), in un Paese che ha il primo debito pubblico europeo e il terzo a livello mondiale e in più farlo in un momento di crisi economica internazionale è pura follia. Ed è anche incostituzionale”, ha osservato da parte sua il ministro leghista della Semplificazione Roberto Calderoli. ”Come ho già detto – insiste l’esponente della Lega – sono e resto contrario alla decisione di non far lavorare il Paese il 17 di marzo, sia per il costo diretto che è insito in una festività con effetti civili che per quello indiretto, che proverrà dallo stimolo di allungare la festività in un ponte da giovedì fino a domenica. Se vogliamo rilanciare davvero il Pil di questo Paese con il decreto legge di oggi abbiamo fatto l’esatto contrario”.
“Dobbiamo ricordare che il 17 marzo è la data più unificante che abbiamo”, ha detto il ministro della Gioventù Giorgia Meloni. Sarebbe stato “sbagliato” non celebrare adeguatamente la data. “Certamente – ha aggiunto – starà a noi, alle istituzioni, riempire la giornata con tali e tante iniziative che sarà impossibile, per ciascun italiano, non incappare in una di queste manifestazioni”. “Quando il ministro Calderoli utilizza la parola ‘follia’, io penso che fosse follia anche scegliere di sacrificare tutto per consegnarci l’Italia dove viviamo, però qualcuno lo ha fatto lo stesso”, ha aggiunto il ministro della Gioventù. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani definisce ”una vergogna avere un governo che riesce a spaccarsi su cose di questo genere: è un calcio negli stinchi al Paese”. Secondo Bersani tutto questo ”è la testimonianza in più che l’Italia ora non ha un governo e un presidente del Consiglio in grado di dare una rotta al Paese”.
Per il portavoce dell’Italia dei Valori Leoluca Orlando, ”anche in questa vicenda il governo ha offerto ai cittadini uno spettacolo indegno con Bossi e i ministri leghisti che evidentemente hanno dimenticato di aver giurato sulla Costituzione e rinnegano la storia, il sacrificio dei nostri padri e i valori fondanti di questo Paese. E’ una vergogna”.
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