Attivismo

Una mobilitazione per la Palestina: l’appello agli enti locali e alle regioni contro l’inerzia del governo italiano

Di fronte all’inerzia complice del governo italiano e della comunità internazionale, 13 organizzazioni della società civile italiana lanciano un appello urgente per chiedere un impegno concreto a regioni, città metropolitane, province e comuni contro i crimini commessi dal governo israeliano nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata per riconsiderare le relazioni in vari ambiti con lo stato di Israele o le amministrazioni locali israeliane. Come fare per aderire

di Redazione

Di fronte ai crimini commessi dal Governo d’Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania occupata, all’inerzia complice mostrata dal governo italiano e dalla comunità internazionale, 13 organizzazioni chiedono alla società civile di mobilitarsi in difesa dei diritti fondamentali della popolazione palestinese.

Semplice e diretto l’appello lanciato da Acli, Amnesty International Italia, Aoi, Arci, Assopace Palestina, Ciss, Cospe, Libera, ManifestA, Oxfam Italia, Rete Italiana Pace e Disarmo, Un Ponte Per, Vento di Terra: rivolgersi ai propri rappresentanti nei consigli regionali, comunali, provinciali e delle città metropolitane per chiedere di riconsiderare le relazioni in vari ambiti con lo stato di Israele o le amministrazioni locali israeliane. 

In altre parole, si potrà chiedere il rispetto degli obblighi derivanti da tre diverse pronunce della Corte internazionale di giustizia relative alla plausibile violazione della Convenzione sul genocidio, dal suo parere consultivo del luglio scorso e dalle norme di diritto internazionale,  che negli ultimi due anni sono state completamente ignorate dal governo Netanyahu.

Le violazioni commesse da Israele nella Striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata

Il massacro di oltre 54 mila persone, di cui il 55% bambini, donne e anzianila distruzione del 92% delle abitazioni e di gran parte delle infrastrutture essenziali; lo sfollamento di oltre due milioni di persone, rinchiuse in cinque aree costiere, che coprono appena il 20 per cento della Striscia di Gaza; il blocco imposto all’ingresso di cibo, acqua pulita, medicine e altri beni essenziali, che oggi si è trasformato nella militarizzazione della distribuzione di pochi e insufficienti aiuti alimentari, affidata all’esercito israeliano e contractor privati della sicurezza, in palese violazione di qualsiasi principio umanitario. Nella Cisgiordania occupata la campagna illegale di occupazione che si è intensificata negli ultimi mesi; l’uccisione di quasi mille persone palestinesi e l’arresto di altre 17 mila; l’espulsione o il trasferimento forzato di almeno 40mila persone, incluse migliaia di donne e bambini e il sostegno alla violenza esercitata dai coloni.

«Vista la rilevanza generale delle norme di diritto internazionale violate, la Corte internazionale di giustizia riconosce anche una serie di obblighi in capo agli Stati terzi. In Italia, secondo gli articoli 114 e 117 della Costituzione, riguardano anche Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni», spiegano le organizzazioni promotrici. «Aderendo al nostro appello si potrà quindi non solo esercitare “dal basso” una pressione più incisiva sul governo israeliano  per un immediato cessate il fuoco e la fine dell’occupazione, ma mandare anche un messaggio chiaro al governo Meloni, che finora si è mostrato impermeabile alle pronunce della Corte. L’Italia non può essere complice dei crimini commessi da Israele attraverso la fornitura di armamenti o schierandosi con la Germania contro la sospensione dell’Accordo di associazione tra Unione europea e Israele».

L’impegno richiesto agli enti territoriali

Ciascun cittadino o amministratore potrà scaricare dal sito www.entiterritorialiperlapalestina.it un documento da presentare in votazione nel consiglio del proprio ente territoriale, chiedendo un impegno a: astenersi dallo stipulare e sospendere qualsiasi accordo internazionale con Israele che possa supportare la sua presenza illegale nel Territorio palestinese occupato; riconsiderare le relazioni commerciali e culturali con Israele, in particolare quelle che contribuiscono a violazioni dei diritti umani;  garantire accoglienza e supporto ai profughi palestinesi in fuga dal conflitto; promuovere iniziative di solidarietà e sostegno al popolo palestinese, attraverso eventi e manifestazioni e collaborare con le organizzazioni della società civile e con gli enti locali palestinesi.

«L’obiettivo è arrivare all’adesione del maggior numero di enti territoriali, dopo le prime posizioni assunte da alcune regioni», concludono le organizzazioni promotrici. «Per questo supporteremo i cittadini e le cittadine e tutte le associazioni che vorranno unirsi alla campagna nel diffondere e portare avanti la richiesta di adesione all’appello, affinché il nostro paese possa schierarsi dalla parte giusta della storia». 

Credit foto Mauro Scrobogna / LaPresse

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