Non profit
Una pianta acquatica diventa fertilizzante
Ispa-Cnr e Comune di Mola di Bari hanno proposto e ottenuto un finanziamento dal programma europeo Life+ per il riutilizzo come fertilizzante dei residui di foglie e fusti della Posidonia
di Redazione
«La posidonia, comunemente ed erroneamente considerata un’alga, è una pianta acquatica superiore che con le sue praterie svolge importanti funzioni: ossigenazione dell’acqua, fissazione dei fondali e protezione delle spiagge dall’erosione, riparo e zona di riproduzione per la fauna marina, nutrimento per pesci, cefalopodi e cordati. Periodicamente, però, essa perde le foglie e, soprattutto in concomitanza della bella stagione, si ripresenta il problema della gestione dei residui spiaggiati lungo le coste», spiega Angelo Parente, ricercatore dell’Ispa-Cnr
L’obiettivo del progetto dell’Ispa-Cnr è sviluppare un modello di gestione ecosostenibile dei residui, che trasformi questi ‘rifiuti’ in una risorsa. «Oltre che al compostaggio e all’utilizzazione agronomica del compost -aggiunge Parente-. Il progetto interverrà anche allo scopo di minimizzare l’impatto sull’ecosistema costiero, mettendo a punto una strategia di pre-trattamento del materiale raccolto che ne migliori l’attitudine al riutilizzo in agricoltura».
Un progetto dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Ispa-Cnr) prevede ora il recupero di questo materiale organico come fertilizzante, ammendante o substrato per coltivazioni senza suolo.
Il progetto ‘Posidonia residues integrated management for ecosustainability (Prime)’ – svolto in collaborazione con il Comune di Mola di Bari (quale ente coordinatore beneficiario), la società di ingegneria, consulenza e servizi ambientali Eco-Logica srl, l’azienda di compostaggio dell’Acquedotto pugliese Aseco srl, l’azienda di macchine per la deumidificazione Tecoma – è stato selezionato dal programma europeo Life+ nell’ambito della sezione ‘Politica ambientale e governance, priorità risorse naturali e rifiuti’, tra oltre 600 proposte presentate da organismi pubblici e privati dei 27 Paesi membri.
«Le ricerche sul possibile utilizzo della Posidonia oceanica spiaggiata nel compostaggio sono svolte da anni – spiega Angelo Parente, ricercatore dell’Ispa-Cnr – in sinergia tra ricercatori e tecnici della nostra azienda sperimentale La Noria e colleghi dell’Università degli Studi di Bari, nella persona dell’ex assessore all’agricoltura e all’ambiente del Comune di Mola di Bari e ricercatore dell’Università di Bari Pietro Santamaria. «Grazie anche a questi studi, è stata recentemente rivista la disciplina in materia di fertilizzanti e fissata la quantità di posidonia che può essere aggiunta alle biomasse compostabili, sottraendola allo smaltimento in discarica che provoca produzione di percolato, inquinamento delle falde acquifere e aumento dei gas serra». Si aprono così nuove prospettive per l’impiego in agricoltura di queste biomasse spiaggiate.
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