Non profit

Una riforma possibile

La proposta di legge del Forum italiano dei movimenti per l'acqua

di Redazione

Il calendario segna 18 luglio 2007 quando l’allora presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, riceve il testo della legge d’iniziativa popolare «Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico». Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua è attivo da solo un anno, ma non ha perso tempo e ha raccolto già più di 400mila firme a sostegno della proposta. «L’acqua è un diritto umano universale», si legge nelle prime righe del testo. E poi «disponibilità e accesso all’acqua potabile sono garantiti in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona».
Concetti che fanno presa su una grossa fetta della società civile sensibile al tema della privatizzazione dell’acqua. Ma è soprattutto all’articolo 4 che la legge propone una radicale inversione di tendenza rispetto alle normative vigenti. «In considerazione dell’esigenza di tutelare il pubblico interesse allo svolgimento di un servizio essenziale, con situazione di monopolio naturale (art. 43 Costituzione), il servizio idrico integrato è da considerarsi servizio pubblico locale privo di rilevanza economica». Quindi «la gestione… è sottratta al principio della libera concorrenza, è realizzata senza finalità lucrative (…) ed è finanziata attraverso meccanismi di fiscalità generale e specifica e meccanismi tariffari». Le infrastrutture, i depuratori e gli acquedotti sono, dunque, dotazione degli enti locali che non possono cederli. Così come la gestione e l’erogazione del servizio che «non possono essere separate» e devono «essere affidate esclusivamente ad enti di diritto pubblico».
Concetto che, se ci fosse ancora bisogno, viene rafforzato dall’articolo 6 della proposta: «(…) non sono possibili acquisizioni di quote azionarie di società di gestione del servizio idrico integrato» e, ancora, « tutte le forme di gestione del servizio idrico affidate in concessione a terzi», anche le società miste pubblico-privato, «in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, se non decadute per contratto, decadono alla medesima data».
Per quanto riguarda il capitolo più spinoso, cioè investimenti e tariffe, il Forum propone l’istituzione di uno specifico Fondo la cui copertura viene garantita da una quota di risorse non inferiore al 5% delle somme destinate alle spese militari, più una parte delle risorse derivanti dall’evasione fiscale. Capitolo tariffe. Fermo restando la concessione gratuita, a carico dello Stato, di 50 litri pro capite giornalieri, i consumi superiori verranno regolati da fasce tariffarie decise dalle Regioni in base al «reddito individuale; composizione del nucleo familiare; quantità dell’acqua erogata; esigenza di razionalizzazione dei consumi e di eliminazione degli sprechi».

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