Non profit

Una valanga sui Csv

Dl sulla montagna contiene due importanti modifiche alla 266/91. Forum, Csv.net e Convol: inaccettabile

di Redazione

Non lo aspetteresti mai. Ma d’altra parte nel marasma legislativo di testi, emendamenti, discussioni parlamentari, tutto (o quasi) può succedere. E così, discutendo di un disegno di legge “Disposizioni in favore dei territori di montagna” (Pdl A.C. 41 e abbinate – Testo unificato del 14 luglio 2010), succede che vengano inserite due modifiche alla Legge 266/91 sul Volontariato.

Guardando ai resoconto parlamentari si legge:

L’articolo 5 prevede interventi in favore dell’associazionismo sociale. Esso reca due novelle alla legge n. 266 del 1991 (legge-quadro sul volontariato). In particolare viene modificato l’articolo 12, relativo all’Osservatorio nazionale sul volontariato, ricomprendendo tra i compiti ad esso attribuiti, quello di approvare progetti sperimentali elaborati, anche in collaborazione con gli enti locali, da organizzazioni di volontariato per far fronte anche “ad interventi nei territori montani e nelle altre aree territorialmente marginali del Paese”, oltre che ad emergenze sociali e per favorire l’applicazione di metodologie di intervento particolarmente avanzate. La seconda novella riguarda il comma 1 dell’articolo 15 della predetta legge n. 266/1991 che interviene confermando, nella misura non inferiore del quindicesimo dei proventi delle fondazioni bancarie, la quota da destinare alla costituzione di appositi fondi speciali presso le regioni e le province autonome ed estendendo la platea dei soggetti gestori dei centri di servizio. Tra questi soggetti vengono ricompresi, oltre alle organizzazioni di volontariato, anche le associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni bandistiche, i cori amatoriali, le filodrammatiche, le associazioni dilettantistiche di musica e danza popolare, le cooperative sociali di cui alla legge n. 381/1991, nonché delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS). La norma specifica, inoltre, che una quota non inferiore al 10% di tali fondi è vincolata alla creazione di centri di servizi nei territori montani. In tale ambito le somme eventualmente eccedenti possono essere utilizzate per l’acquisto di attrezzature, di materiali e di mezzi il cui utilizzo sia strettamente connesso alle attività di natura sociale. Il comma 2 introduce semplificazioni ed agevolazioni fiscali in favore delle associazioni bandistiche, degli sci club riconosciuti dalla Federazione Italiana Sport Invernali (FISI), dei cori amatoriali, delle associazioni filodrammatiche, di musica e di danza popolare legalmente riconosciute.

Traduzione: si prevede in sostanza l’allargamento della platea di beneficiari e di gestori dei Centridi Servizio per il Volontariato. Si prevede, inoltre, che entrino a far parte e beneficino gratuitamente dei servizi una platea prossima all’infinito di soggetti non profit. Pronto la reazione delle maggiori sigle del non profit.

Il comunicato congiunto di Forum, ConVol e CSVnet
L’intero panorama delle organizzazioni che in Italia rappresentano il mondo del volontariato e del privato sociale esprime profonda preoccupazione e dissenso in merito alle ipotesi di modifica della Legge quadro del Volontariato (n. 266/91) attraverso l’art. 5 del Progetto di legge n. C41 (territori montani).

Preoccupa fortemente che le norme che si stanno definendo utilizzino risorse ordinarie, già destinate al volontariato, per altre attività, quantunque significative.
Il fronte di impatto maggiore è l’abnorme ampliamento del numero di fruitori dei Centri di servizio per il volontariato, istituiti dall’art.15 della Legge 266/91 per sostenere l’attività delle organizzazioni del volontariato (oggi circa 40.000 tra iscritte e non iscritte ai registri regionali).

In particolare la modifica prevede:
1. di aggiungere a chi gestisce i CSV e a chi usufruisce dei loro servizi, oltre alle organizzazioni di volontariato, anche tutte le onlus, le cooperative sociali, le associazioni sportive dilettantistiche, le associazioni bandistiche, i cori amatoriali, le filodrammatiche, le associazioni dilettantistiche di musica e danza popolare;
2. di destinare almeno il 10% delle risorse ai CSV che operano in territori montani e di consentire che la quota eventualmente eccedente le loro attività di servizio venga utilizzata per acquistare attrezzature, materiali e mezzi il cui utilizzo sia strettamente connesso alle attività di natura sociale.

Si tenga inoltre presente che sul sistema di attuazione dell’art. 15 della Legge 266/91 ci sono stati due accordi tra i soggetti coinvolti (Acri in rappresentanza delle Fondazioni, Forum del Terzo settore, Consulta Volontariato, Convol – Conferenza Permanente Presidenti Associazioni e Federazioni Nazionali di Volontariato, CSVnet, Consulta CoGe), nell’ottobre 2005 e nel giugno 2010, che hanno già individuato forme per ottimizzare il sistema, anche di fronte alle conseguenze dell’attuale crisi economica.

Un altro elemento di preoccupazione riguarda l’estensione della tipologia di progetti finanziabili dall’Osservatorio nazionale del Volontariato, con un bando per le organizzazioni di volontariato iscritte ai registri regionali del volontariato (oggi circa 28.000) per finanziare progetti innovativi sulle emergenze sociali.

La modifica prevede che alle emergenze sociali, vocata area di azione dei progetti, vengano aggiunti interventi nei territori montani e nelle aree territorialmente marginali.

Riguardo al metodo, ci sconcerta che su modifiche di tale impatto – che intervengono su uno strumento di sostegno destinato specificatamente al volontariato, ampliandolo a moltissimi altri soggetti senza modificare l’entità delle risorse disponibili – non si interpellino le organizzazioni che il mondo del volontariato collettivamente rappresentano.

Spiace constatare come ancora una volta si tentino di modificare alcuni articoli della legge sul volontariato non affrontandola direttamente, ma attraverso modifiche singole inserite in provvedimenti normativi che si occupano di altri temi.
Il Forum del Terzo Settore, la Consulta Nazionale del Volontariato presso il Forum, la Convol – Conferenza Permanente Presidenti Associazioni e Federazioni Nazionali di Volontariato e Csv.net chiedono, dunque, di modificare il Progetto di Legge evitando di intervenire con esso per cambiare la legge sul volontariato.

Il comunicato del Forum
C’è chi ha pensato di celebrare l’imminente anno europeo del volontariato tagliandogli le risorse per svolgere le insostituibili attività a favore di emarginati e bisognosi.

É in discussione alla Commissione Bilancio della Camera un disegno di legge che sotto il titolo di “Disposizioni in favore dei territori di montagna” procede ad una radicale riscrittura della legge 266/91 (legge quadro sul volontariato), stravolgendo le caratteristiche delle strutture di servizio del volontariato, i CSV, sottraendo risorse alle loro attività e introducendo una incomprensibile divisione tra il volontariato “di montagna” e il resto.

 “Non c’è dubbio che le popolazioni che vivono in aree montane vivono, a volte, in una condizione di particolare difficoltà – afferma Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo Settore –  e che dovrebbero essere previste maggiori iniziative a sostegno del loro sviluppo economico e sociale, ma questo obiettivo, pur condivisibile non può essere raggiunto tagliando risorse e indebolendo chi ogni giorno è impegnato in azioni concrete per chi si trova in  una  condizione di disagio e di emarginazione, e realizza  occasioni di socialità per tutti i cittadini, rappresentando uno dei pochi presidi della coesione sociale del Paese.”

 “Il volontariato da tempo chiede una riforma della legge 266 – ribadisce Fausto Casini, coordinatore della Consulta del Volontariato presso il Forum del Terzo Settore – ma per renderla più attuale e più rispondente alla realtà associativa, mai avremmo pensato a modifiche legislative di questa natura ed attuate con queste modalità e senza alcuna interlocuzione.”

Il Forum del Terzo settore fa appello ai Presidenti delle Camere, a tutte le forze parlamentari, al Governo, perché venga fermata questa iniziativa legislativa che produrrebbe danni gravissimi ad una fondamentale risorsa civile del Paese.

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