Adolescenti, basta etichette
Un’estate in campo: i teenager che non stanno a guardare
Sono tanti i ragazzi che d'estate decidono di mettersi in gioco facendo volontariato, coinvolgendosi in progetti concreti, relazioni autentiche e percorsi di cittadinanza attiva. È il racconto di una generazione, spesso descritta per stereotipi, che invece dimostra con i fatti di voler costruire un presente più solidale e partecipato

Mentre, come ogni anno, si accende il dibattito sulle vacanze scolastiche estive e il Paese si divide tra chi le considera giuste e chi le vorrebbe più brevi, tanti ragazzi scelgono di non restare a guardare e si mettono in gioco, si rimboccano le maniche e fanno volontariato per vivere le loro giornate estive offrendo tempo ed energie alla propria comunità. Non lo fanno per obbligo né per tornaconto: lo fanno per passione, per senso civico, per il desiderio autentico di contribuire e sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Un’estate diversa: i giovani scelgono il volontariato
«Ho imparato a vedere la realtà con occhi diversi», racconta Giulia, 18 anni, che ha preso parte al progetto I’m working for… Cordenons! in Friuli Venezia Giulia. «È stato un modo per uscire dalla mia zona di comfort e capire che anche i piccoli gesti possono fare la differenza». Parole semplici quelle di Giulia, che raccontano quanto un gesto gratuito può restituire sul piano personale.
Il progetto, promosso dalla Pro Cordenons con la collaborazione dello Spazio Giovani Zig del comune, gestito dalla cooperativa sociale Itaca, il centro Estate viva, Gymnasium water age e l’associazione Modo, è giunto alla sua quinta edizione. I’m working for… Cordenons! si rivolge a giovani tra i 16 e i 25 anni, offrendo loro l’occasione di vivere esperienze di volontariato attivo e valorizzare le proprie abilità, con l’obiettivo di stimolare protagonismo e senso di responsabilità. È un’esperienza che li fa crescere, li educa all’impegno gratuito e li motiva a restituire qualcosa alla comunità di cui fanno parte. «Ogni anno riceviamo oltre 30 richieste, ma i posti disponibili sono solo 13», spiega Lisa Bressi di Itaca. «La selezione avviene per ordine di iscrizione, perché prevediamo anche un piccolo rimborso spese e dunque il numero dei partecipanti è legato al budget disponibile».

Nel mese di luglio, ai ragazzi che partecipano è richiesto un impegno di 40 ore distribuite in dieci giorni. Le attività spaziano dalla cura degli animali nella fattoria didattica, all’affiancamento degli animatori nei centri estivi, fino a progetti grafici e artistici per la Pro Loco. Proprio quest’ultima esperienza favorisce un prezioso scambio intergenerazionale: «Condividere tradizioni e storie con i ragazzi è un arricchimento reciproco», racconta Giovanni, volontario adulto della Pro Loco. «Loro ci trasmettono entusiasmo e nuovi punti di vista, e spesso il legame costruito continua anche oltre il progetto». Il volontariato diventa così non solo servizio, ma scambio, relazione, crescita reciproca.
Il Csv fa rete con i ragazzi per nuove occasioni di volontariato
Il desiderio dei ragazzi di mettersi in gioco è forte e trasversale. Basta guardare le numerose proposte dei Centri servizio per il volontariato – Csv, che svolgono un ruolo fondamentale nel mettere in contatto giovani e associazioni, raccogliendo e promuovendo iniziative su tutto il territorio. Non si tratta solo di fare rete, ma anche di ascoltare i bisogni locali e dare risposte concrete. «Ed è sorprendente quante ragazze e ragazzi scelgano spontaneamente di passare l’estate così: regalando tempo, capacità e cuore, senza aspettarsi nulla in cambio, se non la soddisfazione di fare la differenza», spiega Rossella Dentice, coordinatrice della prima edizione di Estate Viva 2025 , un cartellone di proposte di volontariato estivo promosso dall’ambito territoriale sociale Valle Imagna – Villa d’Almè e rivolte ai giovani tra i 15 e i 34 anni residenti in Valle Imagna. Obiettivo: renderli protagonisti attivi della vita delle loro comunità.

Il progetto è nato da un processo partecipativo che come spiega Dentice: «è iniziato nel 2024, all’interno del progetto Viva l’incontro finanziato dall’iniziativa La Lombardia è dei giovani 2023. I ragazzi hanno condotto una mappatura dei bisogni del territorio, affiancati da educatori e facilitatori universitari, hanno intervistato le realtà locali chiedendo, anche, agli interlocutori di segnalare ulteriori luoghi o organizzazioni da includere nella mappa aprendo così la porta a nuove collaborazioni, anche, con enti che fino ad allora non avevano mai coinvolto dei volontari». Un esempio concreto di partecipazione dal basso.
Tra le nuove realtà che si sono aperte alla possibilità del volontariato c’è, per esempio, il Rifugio Resegone, ora parte di Estate Viva 2025. Qui i ragazzi dai 14 ai 19 anni potranno fare volontariato contribuendo alla gestione del rifugio e all’accoglienza dei visitatori. «È probabilmente la prima volta che dei volontari arrivano in un rifugio alpino», sottolinea Dentice. «Ma i giovani lo avevano espresso come desiderio nella mappatura e il Cai ha accolto la proposta, creando una nuova e preziosa opportunità». È la dimostrazione che quando si dà spazio ai giovani, loro rispondono con entusiasmo e senso di responsabilità.
Fino al 31 luglio, i ragazzi potranno scegliere tra numerose attività: cura del verde, supporto in biblioteca, laboratori creativi, assistenza a bambini, anziani e persone con disabilità. Le esperienze sono flessibili, strutturate in moduli settimanali, e accompagnate da operatori dell’Informagiovani “Informa Viva”, pronti a orientare ogni partecipante nel proprio percorso. Non c’è obbligo, solo voglia di esserci.

Volontariato su misura di ragazzi: flessibilità e scelta
Le pagine del Csv Lombardia offrono altre opportunità: dal supportare festival musicali, all’accompagnare persone alle visite mediche, insegnare l’uso dello smartphone, offrire lezioni di italiano agli stranieri o contribuire all’allestimento di un mercatino solidale a favore di persone senza dimora. Proprio questa attività vedrà, dal 7 al 20 luglio, il coinvolgimento di giovani e volontari nella selezione e smistamento di materiali donati. «Offriamo un’esperienza di condivisione totale», spiega Giusy Puglisi, responsabile Trapeiros di Emmaus Erba che organizza i campi. «Dal coinvolgimento dei giovani volontari e comunitari nelle attività di smistamento e selezione di giocattoli, libri, vestiti e diverse tipologie di materiale usato donato dalla collettività ai pranzi insieme, alle gite sul territorio, poiché in quei giorni saranno presenti anche ragazzi provenienti dall’estero, grazie alla promozione dei campi di lavoro da parte di Emmaus Italia».

Guardare il mondo con occhi diversi: volontariato internazionale
C’è poi Guardare il mondo con occhi diversi, il campo internazionale promosso da Informagiovani, che riunisce giovani provenienti da diversi paesi per vivere e lavorare insieme. Francesco, ad esempio, partecipa al ripristino di un sentiero di montagna: «Stiamo rimettendo a posto le vecchie pietre: è un lavoro faticoso ma bellissimo». Roberto, invece, è impegnato nel restauro di una chiesa del Duecento: «La parte più bella? Quando cuciniamo insieme: lì le differenze spariscono, e siamo solo un gruppo unito». Storie che parlano di fatica condivisa, di mani che lavorano insieme, di linguaggi diversi che si uniscono in un solo obiettivo: fare del bene per la comunità.
«Ci sto? Affare fatica!»: la bellezza dell’essere cittadini attivi
Infine tra le esperienze più strutturate, torna anche quest’anno il progetto nazionale Ci sto? Affare fatica!, nato nel 2016 a Bassano del Grappa e oggi diffuso in oltre 330 comuni in tutta Italia. Promosso dalla cooperativa sociale Adelante, coinvolge ragazzi tra i 14 e i 19 anni in attività concrete di cittadinanza attiva e cura dei beni comuni, sempre in collaborazione con volontari adulti e tutor. I gruppi si ritrovano ogni mattina, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 12.30, per tinteggiare panchine, sistemare sentieri, pulire spazi pubblici e restituire bellezza ai luoghi del quotidiano.
«Lo scorso anno Ci sto? ha coinvolto oltre 7.250 giovani», ricorda Marco Lo Giudice, educatore della cooperativa. «Sono stati formati 868 gruppi attivi in 337 Comuni, in 11 regioni diverse. Un segnale forte: i ragazzi vogliono esserci, fare fatica, prendersi cura del proprio mondo. Basta solo dare loro l’occasione per farlo».
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Nella foto di apertura i volontari di “Ci sto? Affare fatica!” (Foto Marco Lo Giudice)
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