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UNHCR: affondata una barca al largo di Tripoli

A bordo c’erano circa 600 persone. Altre cinque carrette del mare soccorse dalla Guardia costiera italiana

di Redazione

Nelle prime ore di venerdì scorso un’imbarcazione con a bordo persone in fuga dalla Libia è andata in avaria poco dopo aver lasciato Tripoli. Circa 600 i passeggeri sul natante, secondo i parenti. Sedici i corpi recuperati, tra i quali quelli di due bambini – riferisce un diplomatico somalo di base a Tripoli. Ancora sconosciuto il numero complessivo di vittime. Si tratterebbe di persone originarie dei paesi dell’Africa subsahariana.
 
Finora l’Europa ha ricevuto meno del 2% delle persone fuggite dal paese nordafricano. Lo scorso fine settimana è stato registrato un aumento nel numero di arrivi attraverso il Mediterraneo: 5 le imbarcazioni giunte a Lampedusa, con a bordo complessivamente 2.400 persone. Si tratta per la maggior parte di africani dei paesi subsahariani. Molte le donne e i bambini tra loro. Tutte queste barche – una delle quali si era incagliata vicino alle coste dell’isola – sono state soccorse dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza. I tre corpi sospinti ieri a riva dalla corrente apparterrebbero a passeggeri di quest’ultimo natante.
 
Il numero di persone arrivate in Italia e a Malta dalla Libia ha adesso raggiunto quota 12.360 – 11.230 in Italia e 1.130 a Malta – su un totale di 35 imbarcazioni. Prima della tragedia di venerdì l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) era già venuto a conoscenza di barche in avaria da famigliari e sopravvissuti. Le persone che risultano disperse sono ben 800.
 
È dello scorso 8 aprile l’appello dell’UNHCR agli stati europei a mettere in atto urgentemente meccanismi più affidabili ed efficaci per il soccorso in mare nel Mediterraneo. Oggi l’Agenzia reitera tale appello. E rivolge un ulteriore esortazione ai comandanti delle navi affinché accrescano la vigilanza e si attengano sempre all’obbligo marittimo consolidato nel tempo di aiutare le persone in pericolo. Le persone che fuggono dalla Libia spesso lo fanno su imbarcazioni malmesse e sovraccariche. L’UNHCR esorta gli stati, le compagnie di navigazione commerciali e gli altri attori presenti nel Mediterraneo a tenere in considerazione il fatto che tutte le imbarcazioni che lasciano la Libia per l’Europa probabilmente necessitano di assistenza.

 

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