“Dopo il taglio alla Cooperazione italiana, il non finanziamento da parte dell’Italia del Fondo per la lotta all’Aids e alla tubercolosi, il ritardo nel pagamento del 5 per mille per le più grandi organizzazioni che lavorano per lo sviluppo renderà l’Italia più debole nel quadro della politica internazionale». È quanto denuncia Vincenzo Spadafora presdiente di Uncef Italia.
«Siamo soprattutto preoccupati per il ritardo che tale situazione ci causerà nei trasferimenti di fondi nei paesi in via di sviluppo, che avrà come immediata ripercussione la chiusura di alcuni progetti in molti paesi del mondo. Non inviare sul campo il denaro derivante dai contributi dei cittadini di quasi tre anni fa non può voler dire altro che “perdite di vite umane».
«Come UNICEF non riusciremo a mandare i nuovi fondi previsti entro quest’anno per la continuazione di progetti riguardanti la lotta alla malnutrizione in paesi come Eritrea, Zambia, RD Congo, Camerun, Madagascar, Myanmar, Guinea Bissau, Ciad, Centrafrica, Costa d’Avorio e molti altri in settori come l’acqua, l’igiene, la lotta alla mortalità materna, la protezione e il diritto all’istruzione Per i nostri uffici sul campo infine significherà dover chiudere temporaneamente alcuni progetti di lotta alla mortalità infantile, proprio a pochi giorni dal lancio della Campagna Vogliamo zero con la quale ci siamo prefissati l’ambizioso obiettivo di ridurre drasticamente le morti di tanti innocenti per cause prevenibili».
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