Famiglia

Unicef: scuola per tutti anche nelle zone di guerra

Appello ai governi del Medioriente e del Nord Africa

di Redazione

Garantire a tutti i bambini il diritto all’istruzione. Lo chiede l’UNICEF alle autorità dei paesi coinvolti dalle rivolte in Medioriente e in Nordafrica.

« L’istruzione è un diritto umano per ogni bambino e adolescente, ed è anche un obbligo per ogni governo» afferma l’agenzia Onu.« La Risoluzione n. 1998 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvata il 12 luglio 2011 – ricorda l’Unicef – riconosce alle scuole, al pari degli ospedali, lo status di oasi di sicurezza neiconflitti, e ammonisce tutte le fazioni in lotta che chi attacca questi edifici dovrà rispondere di simili atti».

In Yemen, Siria e Libia la scuola è ufficialmente già cominciata, ma molte scuole sono state danneggiate o occupate dalle forze armate. Una situazione grave che si aggiunge a quella precedente, tra Medioriente e Nordafrica infatti i bambini che non vanno a scuola sono nove milioni, un numero in diminuzione ma che rimane comunque significativo. « Soprattutto in periodi di rivolte o di guerre – spiega l’Unicef – poter andare a scuola aiuta i bambini e i ragazzi a mantenere un senso di normalità, trasmette loro nozioni e comportamenti utili per la vita quotidiana e offre loro l’opportunità di ricevere sul posto servizi di primaria importanza come cure sanitarie e igieniche, nutrizione e sostegno psicologico e sociale».

«L’istruzione – conclude l’agenzia Onu – è un motore di cambiamento sociale e una via maestra per la promozione di principi quali la risoluzione non violenta dei conflitti, la tolleranza e l’equità. Principi di cui sentiamo il bisogno più che mai, in un momento storico critico come questo».

 

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.