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Unione ciechi, i primi 90 anni

Cerimonia inaugurale del XXII Congresso nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Il 26 ottobre è una data importante, visto che 90 anni fa, proprio il 26 ottobre 1920, venne fondata, a Genova, l’Unione Italiana dei Ciechi

di Redazione

Tommaso Daniele, presidente nazionale dell’Unione ha aperto i lavori del Congresso dando un caloroso benvenuto ai delegati, ai loro accompagnatori, agli ospiti e alle autorità presenti affermando che: «Una crisi globale, complessa e di ampia portata, ma che non può diventare la scusa per tagliare i fondi, soprattutto se a rimetterci sono sempre i più deboli».
«I ciechi e gli ipovedenti italiani non possono accettare che la società civile percepisca la cecità come problema del singolo e non come una questione sociale –dichiara Tommaso Daniele- che le organizzazioni sindacali, nell’esercizio di tutela dei diritti dei lavoratori, privilegino il numero dei rappresentati alla qualità dei loro bisogni. I ciechi e gli ipovedenti non possono accettare che il Parlamento italiano da cinque anni non approvi leggi di spesa a favore dei disabili, ad eccezione della legge che aumenta l’indennità speciale dei ciechi ventesimisti  e lasci impantanare anche quelle che non comportano spese: ci riferiamo, in particolare, al disegno di legge che prevede una riserva del 20% a favore dei disabili gravi nell’assegnazione dei giovani del Servizio Civile Volontario; alla proposta di legge che equipara le attività delle associazioni dei disabili più rappresentative a quelle dei Patronati; ai disegni di legge relativi ai problemi dei fisioterapisti e dei centralinisti. I ciechi e gli ipovedenti italiani non possono accettare che il Governo, nel ridurre la spesa pubblica, effettui indiscriminatamente tagli orizzontali, senza tener conto dei bisogni delle persone colpite. Non ci stancheremo mai di citare Don Milani, continua Daniele, che sostiene non esservi maggiore ingiustizia che fare parti uguali tra disuguali»
 
La crisi globale, e la necessità di permettere comunque, ad ogni costo un’integrazione possibile e pari opportunità per tutti, sono gli argomenti trattati dagli ospiti nel corso della cerimonia inaugurale. Ha dato il benvenuto nella sua città a tutti i partecipanti, Gabriella Ferranti, Sindaco di Chianciano; hanno portato poi il loro saluto, Donatella Cinelli Colombina, Assessore al Turismo del Comune di Siena e Simonetta Pellegrini, delegata del Presidente della Provincia di Siena. Per la Regione, erano presenti Alberto Monaci, Presidente del Consiglio Regionale, Nicola Nascosti e Giovanni Pasqualetti.

 
I saluti degli amici stranieri: Colin Low, Presidente dell’Unione europea dei Ciechi, Sinan Tafaj (Presidente dell’Unione albanese dei Ciechi) e Donata Vivanti (Vice Presidente dell’European Disability Forum).
 
Il Sottosegretario al Ministero Infrastrutture e Trasporti, Giuseppe Maria Reina, ha ribadito la necessità di lavorare insieme per trovare forme e risorse utili ad affrontare le difficoltà dei disabili italiani nel contesto di questa crisi globale.
A proposito dei soldi che mancano, o che vengono ridistribuiti su necessità differenti, è intervenuto anche Augusto Battaglia, che ha evidenziato come il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili ha subito quest’anno un drastico taglio, scendendo dai 42 milioni di euro previsti per il 2010 ai 11,70 milioni di euro di previsione per il 2011. Un taglio che ricade direttamente sulle spalle dei più deboli.

 Sono seguiti poi gli interventi di Giovanni Torluccio (Segretario Generale UIL FPL), di Lorenzo Poli Nedo in rappresentanza dell’UDC, Rosario Giorgio Costa, Membro della 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro), Antonio Guidi, delegato del Sindaco di Roma per le politiche sociali e Cecilia Caramassi, della segreteria nazionale del PD.

 In tanti hanno sottolineato quanto, in questo periodo di crisi, i falsi invalidi siano dannosi per tutti ma tanto più per i veri invalidi. Tolgono loro risorse importanti e soprattutto, gettano un’ombra sulle vere disabilità. L’Unione è profondamente convinta di questa battaglia tanto da costituirsi parte civile. A patto però che la lotta ai falsi invalidi non arrivi a mettere in dubbio i diritti  dei veri invalidi.

 Un dibattito importante, quello affrontato nel corso del Congresso di Chianciano, che dovrà eleggere i nuovi vertici dell’Unione. Una sfida aperta alle novità del nostro tempo. L’Unione è consapevole che può farsi sorprendersi dai cambiamenti senza tenerli d’occhio e senza pensare ai rimedi. Che dovranno essere trovati, per non correre il rischio di cadere, ancora una volta, nel baratro dell’esclusione sociale e dell’emarginazione.

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