Mondo

Unire le voci per farsi udire dai “grandi”

L’obiettivo: arrivare a un unico grande coordinamento della società civile italiana. Solo così si può avere più potere di pressione. Anche all’interno del G8, di Laura Ciacci*

di Redazione

«Una nuova politica di solidarietà» è il cuore dell?appello che i rappresentanti della società civile organizzata hanno rivolto a governo e non solo a conclusione degli Stati Generali della solidarietà internazionale e della cooperazione che si sono tenuti a Roma dal 22 al 24 novembre scorsi. Dall?inizio dell?appello traiamo ispirazione per il filo conduttore di questo numero di Ecomondo, condividendo le linee-guida che la stessa vice ministra alla Cooperazione Patrizia Sentinelli ha lanciato per i Forum della cooperazione (Obiettivi del Millennio, beni comuni, empowerment delle donne, alta formazione): «Di fronte al fallimento delle politiche di sviluppo e di aiuto pubblico e alla impossibilità di raggiungere nei tempi previsti l?insieme degli Obiettivi del Millennio, sentiamo la necessità di rilanciare una nuova politica di solidarietà e di relazioni comunitarie internazionali, che metta al centro gli esseri umani e i loro diritti fondamentali a partire dall?infanzia, dall?empowerment delle donne, dalla difesa dell?ambiente e dei beni comuni. Una politica che abbandoni il paradigma del profitto e della crescita economica indiscriminata, misurando lo sviluppo in base al miglioramento delle condizioni di vita e non degli indicatori macroeconomici».

Il nostro ruolo di attori sociali della cooperazione internazionale si misurerà anche nel 2007 con appuntamenti importanti: sarà l?anno in cui possiamo concretizzare la riforma della legge 49, verificare e attuare una strategia e un piano di cooperazione grazie all?impegno della vice ministra Sentinelli, capire se il G8 può riprendere seriamente in considerazione l?assunzione di impegni rispetto all?Africa, definire il vero avvio dell?Italia su una road map di impegni in Finanziaria che le permettano di garantire lo 0,7% del Pil dedicato agli aiuti allo sviluppo oltre che le altre misure di provvedimenti coerenti con il rispetto degli Obiettivi di sviluppo del Millennio.

Agiamo su diverse piattaforme a partire dai coordinamenti di ong: oltre al coordinamento italiano e ai network internazionali, speriamo di arrivare ad un concreto e unico coordinamento di tutta la società civile italiana. Così, partendo, per quel che ci riguarda, dal Cini – Coordinamento italiano network internazionali (ActionAid International, Amref, Save the Children, Terre des Hommes, Vis e WWF), il punto d?arrivo su cui convergere è la Gcap, la Coalizione globale contro la povertà, che ha anche una piattaforma italiana copromossa principalmente da Cini, Associazione delle ong, Tavola della pace, Cisl e Cgil e che raccoglie più di 60 organizzazioni.

La Coalizione globale contro la povertà si coordina con la coalizione a livello mondiale specialmente rispetto a G8 e Obiettivi del Millennio, supportando anche la Campagna delle Nazioni Unite No Excuse 2015, iniziativa che si basa proprio sul sostegno alla e della società civile per spingere i governi al rispetto degli impegni. Altro punto di convergenza è l?esperienza ormai forte e accreditata di Sbilanciamoci, per una sempre più efficace interlocuzione con il governo sui temi di politica economica.

Coordinati e uniti

La nostra ?bussola? non finisce qui: la Tavola della pace è l?altro grande elemento di convergenza che insieme agli Enti locali per la pace rappresenta la possibilità di guida, impegno e coordinamento sul territorio per una ?giusta? politica estera e di cooperazione, alla quale ci riferiamo anche per essere coordinati e uniti a Nairobi nel World Social Forum di gennaio.

È evidente, oltre che necessario, impegnarsi sempre di più per essere insieme e unire le nostre voci, e avere così potere di pressione. Nel G8 di Mosca appena passato un altro piccolo passo avanti è stato fatto rispetto al coordinamento della società civile europea. Un interessante studio di John Kirton del G8 Research Group: Explaining Compliance with G8 Finance Committments: Agency, Institutionalization and Structure parte dalla domanda: «I poteri maggiori del mondo mantengono gli impegni internazionali che si assumono?». Il problema è proprio questo: il G8 rimane un summit di leader, ma non riesce ad avere un impatto di concretezza perché non viene guidato dalle forze strutturali a livello di sistema internazionale che possano spingere profondamente ogni singolo Paese del G8 ad essere coerente con gli impegni assunti.

È anche vero che ad oggi rimane il processo attraverso il quale abbiamo anche in Italia un?interlocuzione più coordinata con la Presidenza del Consiglio attraverso gli ?sherpa?, quindi resta una sede di relazioni importanti. Nel 2009 sarà l?Italia ad ospitare il G8: lanciamo una prospettiva a tre anni per verificare se esiste una reale possibilità di cambiamento in concretezza.

*responsabile Cooperazione internazionale WWF Italia

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