Non profit

Università della Terza età: realtà in forte crescita

Presentati a Venezia i risultati della II Indagine Nazionale sulle università della terza età e sui circoli culturali Auser

di Redazione

Le chiamano Università della Terza età per via della partecipazione ai corsi da parte degli anziani, ma sempre più  persone di tutte le età e generazioni le frequentano, e soprattutto tantissime donne. Oggi l’Auser, in occasione della  seconda giornata della Festa della Città che apprende, ha presentato a Venezia la seconda  indagine a campione sulle Università popolari e sui circoli e centri  culturali. Una fotografia di una realtà in forte crescita.  Nonostante un contesto generale culturale che non sta favorendo lo sviluppo di queste esperienze, per i tagli alle risorse  destinati alla  cultura e agli enti locali.

Sono 528 i circoli culturali e le università popolari della terza età attivate da Auser in tutta Italia per il 2009. Un vero e proprio  “movimento” culturale messo in campo dall’associazione sul fronte  dell’educazione permanente e della cultura. 

In forte crescita strutture e i partecipanti. Ogni anno 120.300 persone si iscrivono e  partecipano a corsi, laboratori, conferenze, attività formative e culturali proposti da università popolari e circoli culturali. Un grande “passa parola” che fa crescere gli iscritti ogni anno. Le università popolari di Auser si sono trasformate nel corso del tempo in centri culturali e di formazione integrati nel territorio e in grado di attrarre cittadini di tutte le età. Si tratta di veri e propri centri di educazione permanente e di conoscenza che promuovono il benessere sociale e contrastano l’esclusione e l’emarginazione. Luoghi aperti, accoglienti, ricchi di proposte di corsi, laboratori,  incontri e conferenze; luoghi dove le generazioni e le culture si  incontrano. Punto di forza delle università Auser è il saper  intercettare ed interpretare la domanda di cultura e di conoscenza dal  basso. 

Le Università sono soprattutto diffuse nel Nord Est (47,3%) e a seguire nel Nord Ovest e nell’area Meridionale del Paese (di poco  superiore al 20% in entrambe le aree). 

L’età media è di 62 anni e il 60% è costituito da pensionati. Anche  se sono in aumento le persone con meno di 60 anni. Il 20% vive solo, il 21% sono casalinghe. Per quanto riguarda il titolo di studio  posseduto, il 58% è in possesso di un titolo superiore alla scuola  dell’obbligo. Il 18,5% ha solo la licenza elementare. 

Università sempre più tinte di rosa. I corsi sono infatti  frequentati  in modo massiccio dalle donne (una media del 70%). Non solo. La maggior parte dei presidenti che gestiscono queste strutture, appartiene al genere femminile, soprattutto nel nord ovest area dove ben il 61% delle sedi è gestita da donne mentre il sud si difende con il 56%.

I corsi maggiormente in voga nelle università della terza età sono  quelli legati alle lingue straniere (presenti nel 52% delle università  considerate); l’informatica (52%), l’arte (51%) e ai temi collegati  alla salute (47%). Seguono a ruota le lezioni inerenti l’economia  (22%), la politica (29%), le decorazioni e la pittura (rispettivamente  29% e 35%). In forte crescita i corsi per imparare ad usare il computer, più 5% rispetto alla precedente rilevazione. Nel Nord Ovest appassionano l’informatica, le lingue, la salute e la  filosofia. Le materie più diffuse nel Nord Est sono quelle collegate  all’arte, mentre il Sud dimostra un grande interesse per i corsi di  teatro. I corsi sulle tematiche ambientali, non sono ancora molto diffusi, due università su 3 non li praticano anche se è interessante notare che  proprio al Sud si rileva una particolare sensibilità verso queste  iniziative (56,2%).  Ma grazie ai protocolli di collaborazione con  Legambiente, Slow Food e Ancc, già a partire da quest’anno  accademico, ci saranno più corsi dedicati al risparmio energetico, all’educazione ambientale, alimentare, utilizzando materiale didattico  appositamente pensato per un pubblico di anziani. 

Per quanto riguarda le dimensioni la maggior parte delle università Auser oscilla fra i 50 e i 300 iscritti. Le università di dimensioni  maggiori si concentrano nelle grandi città del nord. 

Ma quali sono le motivazioni che spingono le persone a iscriversi? In primo luogo si riscontra un desiderio ad incrementare le proprie conoscenze su specifiche tematiche (il 34,9% degli utenti), apprenderne nuove (20,1%) e socializzare con altre persone (20,4%). Esperienze comunque vissute con un alto grado di soddisfazione. Quattro Università su 10 operano con risorse economiche proprie. Le altre ottengono sovvenzioni da enti esterni (enti locali, istituzioni  pubbliche, sindacati, o semplici privati); contributi che si stanno  progressivamente assottigliando. Per quanto riguarda le modalità di organizzazione e attivazione dei  corsi delle università della terza età: nel nord la maggior parte delle strutture attiva annualmente un numero limitato di corsi, in  base a una programmazione pluriennale; l’organizzazione dei corsi è più “formale” e gli iscritti si attendono risultati concreti in  termini di apprendimento e di miglioramento delle conoscenze. Nel Sud l’organizzazione dei corsi è meno formale, le università sono  dei luoghi di aggregazione e di socialità i docenti non sono quasi mai  retribuiti. 

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it