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Usa e Cina ai ferri corti

Hillary Clinton parla di censura in Internet e punta il dito contro la Cina. Secca la risposta di Pechino

di Redazione

Non si è fatta attendere la risposta di Pechino al discorso di Hillary Clinton, Segretario di Stato americano (consultabile nella sezione multimedia a fianco. In inglese), che ieri ha voluto precisare la posizione degli USA all’indomani dell’ennesima intrusione informatica al servizio mail di Google effettuate, apparentemente, da anonimi hacker cinesi. 

La ex first lady non ha risparmiato critiche al governo cinese, reo più in generale di aumentare la censura su Internet. La Clinton ha poi sottolineato il ruolo centrale della telecomunicazioni ricordando come grazie alla rete mobile (completamente distrutta ad esempio e inagibile nelle prime 24 ore dopo il terremoto ad Haiti, tale da rendere impossibili i soccorsi coordinati), si sono da un lato raccolti negli Stati Uniti oltre 25 milioni di dollari via sms; e dall’altro è stato possibile salvare una bambina e due adulti rimasti sotto le macerie di un supermercato a sei giorni dal sisma. Grazie agli sms di aiuto che queste persone sono riuscite a spedire con i propri cellulari.

“Oggi ci sono molte più possibilità, per diffondere molte più informazioni, a molte più persone grazie a Internet” ha continuato il Segretario di Stato ricordando che “ci sono però barriere e muri virtuali che vanno abbattuti, oggi, come un tempo. Non serve la censura, come hanno fatto Cina, Tunisia, Arabia Saudita, Vietnam o Uzbekistan, per combattere chi usa Internet per scopi malvagi. Dobbiamo aumentare la sicurezza, coordinare gli sforzi contro gli hacker in grado di minacciare la nostra economia, le banche online, l’e-commerce. E i paesi o gli individui che organizzeranno cyberattacchi dovranno affrontare delle conseguenze e la condanna internazionale”.

Secca la risposta di Pechino. Il ministero degli Esteri cinese ha definito “dannoso” il discorso di Hillary Clinton. Affidando le proprie considerazioni a una nota pubblicata sul sito del ministero. Accuse “irragionevoli” replica Pechino, che “negano la realtà e danneggiano le relazioni tra i due Paesi”. “Internet in Cina è aperta e la Cina è il Paese più attivo nello sviluppo di Internet” prosegue la nota, sottolineando che “alla fine dell’anno scorso i netiziens cinesi hanno raggiunto la cifra di 384 milioni e ci sono 3,68 milioni di website, 180 milioni di blog”.

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