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Usa: il secondo confronto Bush vs. Kerry, ecco come è andata

Un George Bush piu' animato, un John Kerry piu' articolato. Si sono scambiati, col sorriso sulle labbra, colpi da K.O. La cronaca del corrispondente Ansa

di Redazione

Un George Bush piu’ animato, un John Kerry piu’ articolato. Si sono scambiati, col sorriso sulle labbra, colpi da K.O. i due contendenti per la Casa Bianca, favoriti dal formato piu’ dinamico del secondo dibattito basato sulle domande del pubblico. Ma entrambi si sono rivelati ottimi incassatori e hanno assorbito senza fare una piega la raffica di fendenti: ”Il presidente piu’ spendaccione della storia”, ”il senatore piu’ liberal d’America”, ”Il presidente che continua a non dire la verita”’, ”Il senatore che non sa prendere una decisione”. Bush e Kerry, davanti a una platea di 140 elettori indecisi, hanno duellato per 97 minuti (sette piu’ del previsto) su Iraq, guerra al terrorismo, economia, ambiente e aborto. Ma non sono mancate le domande a sorpresa come quella a Bush di elencare i suoi tre maggiori errori (il presidente ha risposto di non avere mai sbagliato sulle grandi decisioni). Kerry, vestito scuro e cravatta rossa, ha accusato Bush di avere commesso ”un errore enorme, catastrofico nel precipitarsi a una guerra in Iraq senza avere ammassato una sufficiente coalizione e senza avere un piano di pace. La sua ragione per la guerra sta assumendo sempre piu’ l’aria di una scusa”. Il presidente, in scuro e cravatta blu, ha affermato che il suo rivale e’ un voltagabbana, qualcuno che fa promesse che sa di non potere mantenere, che cerca di nascondere i suoi voti del passato nel Congresso (”puo’ cercare di fuggire ma non puo’ nascondersi da questa realta”’, ha ripetuto piu’ volte Bush). Il presidente ha negato che l’America sia andata in Iraq da sola: ”Chiedetelo a Tony Blair o a Silvio Berlusconi se eravamo soli”. Duro lo scontro sulle tasse. Kerry si e’ impegnato, guardando dritto la telecamera, a non aumentare le tasse per chi guadagna meno di 200 mila dollari l’anno. Guardandosi in giro nell’auditorio della Washington University di St Louis (Missouri) il senatore ha aggiunto: ”Credo che gli unici a rimetterci sarebbero il presidente, me e il moderatore Charles Gibson” (un giornalista Tv dal lauto stipendio). Le regole del secondo scontro tra Bush e Kerry erano stavolta diverse: i podii erano stati sostituiti da sgabelli girevoli, le domande del giornalista moderatore sono state sostituite da quelle del pubblico (composto da elettori indecisi). Se nel dibattito d’apertura le domande erano limitate alla sicurezza interna e alla politica estera (leggi terrorismo e Iraq) stavolta non esistevano limiti di argomento. Il duello, dopo la rituale stretta di mano, comincia subito con una domanda ‘pesante’ per Kerry: ”I miei amici non vogliono votare per te perche’ dicono che sei un indeciso. E’ vero?”. Il senatore non si scompone: ”Non e’ vero che cambio spesso idea. E’ tutta propaganda dei miei rivali. Stanno usando – ha aggiunto con una allusione alle armi di sterminio – un’arma di inganno di massa”. Secca la replica di Bush: ”La gente pensa che Kerry cambia spesso idea per una semplice ragione: Kerry cambia spesso idea”. Le domande iniziali sono state tutte sull’Iraq. ”C’e’ il caos in Iraq – incalza Kerry – Il mondo e’ piu’ pericoloso oggi per le scelte sbagliate del presidente Bush. L’Iran e’ diventato piu’ pericoloso, mentre il presidente era concentrato sull’Iraq, la Corea del Nord e’ piu’ pericolosa, dopo che per due anni gli Stati Uniti hanno evitato di avere contatti con quel paese”. ”Questa risposta mi fa venire la voglia di fare una smorfia – ha detto Bush, alludendo alle sue tanto criticate espressioni facciali del primo dibattito – Sono stato io il primo a dire che l’asse del male era composto da Iran, Corea del Nord e Iraq”. Bush, approfittando di una domanda sulla leva, ha negato le voci che gli Stati Uniti, a causa delle difficolta’ nel trovare il personale militare necessario, intendano reintrodurre la leva militare.”Il sistema delle Forze Armate volontarie funziona. Non intendiamo cambiarlo”. Quando Kerry ha accusato Bush di non essere riuscito a creare un’ampia coalizione per la guerra in Iraq, il presidente ha alzato il tono della voce, simulando sdegno: ”Come si fa a dire che non c’era una coalizione? E’ formata da oltre trenta paesi. Dite a Tony Blair che siamo andati in Iraq da soli. Dite a Silvio Berlusconi che siamo andati in Iraq da soli”. ”La coalizione sta perdendo paesi non guadagnandone – ha replicato il candidato democratico – Se il Missouri fosse uno stato, con gli uomini che ha in Iraq sarebbe il terzo membro della coalizione, per importanza. Il 90 per cento delle perdite umane e delle spese in Iraq e’ venuto dagli Stati Uniti”. La seconda parte del dibattito e’ stata dedicata alle questioni economiche e interne. Una domanda sul perche’ Bush abbia bloccato le importazioni negli Usa di medicine piu’ economiche dal Canada ha fatto scattare i fuochi artificiali tra i due rivali. ”Ho bloccato le importazioni perche’ vogliamo essere certi che le medicine siano sicure”, ha detto Bush. ”Non e’ vero: le medicine a buon mercato sono state bloccate perche’ il presidente e’ dalla parte delle compagnie farmaceutiche”, ha ribattuto il senatore democratico. Nel duello sui problemi dell’economia, Kerry ha accusato Bush di essere il primo presidente in 72 anni ad avere perduto posti di lavoro nel suo mandato (1,6 milioni di impieghi) e di avere accumulato in soli quattro anni alla Casa Bianca un deficit complessivamente piu’ alto ”di quello accumulato da George Washington a Ronald Reagan”. Il deficit di bilancio, ha risposto Bush, e’ dovuto alla recessione ”e al fatto che siamo in guerra e che abbiamo ridotto le tasse”. Kerry promette di riequilibrare il pareggio senza aumentare le tasse ”ma non e’ credibile”. Alla fine del dibattito, che ha visto un Bush piu’ in forma rispetto al primo duello tra i due, il presidente e Kerry sono rimasti ancora a lungo nella sala a stringere mani, farsi fotografare e firmare autografi. Nella sala c’erano tutti elettori indecisi. E in queste equilibrate elezioni del 2004 ogni voto e’ importante.

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