Il Senegal l?ha conosciuto prima attraverso i racconti dei venditori di strada che distribuiscono «Terre di Mezzo», mensile che ha diretto per cinque anni. Poi ha deciso di vederlo con i suoi occhi, dai finestrini di bus e treni locali. Così nasce Vado in Senegal (Terre di mezzo editore), diario illustrato di un viaggiatore responsabile, Carlo Giorgi.
Perché solo mezzi pubblici?Era un esplicito incarico dell?editore: al centro dovevano esserci i senegalesi. Cercavo il contatto (tutti i turisti responsabili lo fanno): treni e corriere sono il mezzo ideale.
Guida o diario di viaggio?Tutti e due: la seconda parte propone itinerari turistici e molti colleghi sono partiti con il mio libro in tasca. Questa estate Viaggi e Miraggi propone un viaggio di turismo responsabile in Senegal guidato da Babacar, il ragazzo che ha fatto da guida a me.
Il co-protagonista del libro…Sì, perché Babacar è il tipico ragazzo senegalese. Studia italiano all?università e sa a memoria pezzi di Divina Commedia che io non ho mai sentito. È innamorato dell?Italia. Ma se venisse, le speranze diventerebbero illusioni.
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