Sono 13 le Regioni italiane in cui sono consentite deroghe ai parametri di salubrità dell’acqua stabiliti dalla normativa europea. Nel Lazio, solo per fare un esempio, si contano ben 92 Comuni che hanno sforato i limiti. Il regime delle deroghe va avanti dal 2001, anno in cui è stata approvata la legge 131, e potrebbe allungarsi per altri tre anni. L’Italia ha chiesto infatti alla Commissione europea una nuova proroga per tre sostanze: boro, arsenico e fluoro. La Commissione prima di decidere ha chiesto il parere del Comitato scientifico sui rischi per la salute e l’ambiente. Lo Scher, questo l’acronimo del Comitato, nel rapporto pubblicato il 16 aprile scorso ha rassicurato sull’assenza di rischi per la popolazione adulta mentre ha messo in guardia sul rischio di superare la soglia tollerabile dai bambini al di sotto dei tre anni per il boro. Il rischio per boro e fluoro sarebbe più concreto per i più piccoli non allattati al seno per via dell’utilizzo di acqua potabile nella preparazione del latte formulato. (F.D.)
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