Era ancora giovane, giovanissima, eppure la Feem – Fondazione Eni Enrico Mattei ? fondata da Eni da poco più di due anni, nel 1989, e da subito impegnata in studi su ambiente, energia ed economia in un’ottica di sviluppo sostenibile ? già in occasione del summit di Rio 92 aveva fornito una partecipazione attiva, segnando il suo ingresso nel mondo degli accordi e delle politiche internazionali sul tema della sostenibilità. L’allora direttore esecutivo, Domenico Siniscalco, partecipò al summit in qualità di economista della delegazione italiana e la Feem ha fornito il proprio contributo scientifico alla stesura del documento ufficiale preparato dal governo italiano per Rio. A Rio nascevano la convenzione quadro sul cambiamento climatico e le convenzioni “sorelle” sulla biodiversità e sulla lotta contro la desertificazione, e su queste grandi sfide e altri temi cruciali per la sostenibilità si è orientata gran parte della ricerca della Feem negli anni successivi.
Un misuratore ambientale
Uno degli ambiti in cui la Feem ha dato, e continua a dare, un notevole contributo è lo studio di indicatori di sostenibilità e di sistemi contabili nazionali che superano il tradizionale concetto di Pil. Proprio nell’ottobre del 1992 veniva stipulata una convenzione fra Istat e Feem per lo studio di un sistema di conti ambientali nazionali che, per la prima volta in Italia, vedeva introdotto il concetto di prodotto interno lordo “verde” e di misure alternative della crescita. E proprio in quegli stessi anni iniziava la collaborazione con Eni per la predisposizione del bilancio ambientale d’impresa; questa collaborazione avrebbe portato Eni e le sue società a pubblicare negli anni successivi, tra i primi in Italia, il proprio bilancio ambientale d’impresa. Più recentemente, la Feem ha sviluppato l’innovativo Feem Sustainability Index, uno strumento avanzato in grado di misurare la sostenibilità della crescita di un Paese e delle diverse opzioni di sviluppo.
Un’altra area di frontiera, particolarmente produttiva, è quella della modellistica integrata per l’analisi e la valutazione delle politiche sui cambiamenti climatici, effettuata grazie allo sviluppo di sofisticati modelli in grado di fornire una valutazione economica di vulnerabilità, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Grazie a questi strumenti e alle competenze acquisite, la fondazione ha fornito sostegno tecnico e scientifico alle istituzioni in numerose occasioni, in particolare quando si dovevano valutare gli impatti delle politiche energetiche e ambientali. Oltre all’occasione di Rio del 1992, vale la pena di ricordarne almeno un’altra, ovvero il prezioso contributo dato ai lavori dell’Ipcc, il Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici, che grande ruolo ha avuto nella comprensione del fenomeno e nella diffusione della sua conoscenza. Grazie al lavoro svolto dai partner scientifici, l’Ipcc si è aggiudicato il premio Nobel per la Pace nel 2007.
La collaborazione con Ipcc continua, e proprio in questi mesi i ricercatori della fondazione sono impegnati nella discussione e nella stesura del prossimo Rapporto di valutazione previsto nel 2014.
Comunicazione costante
Per promuovere il dialogo sullo sviluppo sostenibile e disseminare i risultati della ricerca, infine, la Feem ha messo in campo numerose iniziative di comunicazione. Fin dai mesi successivi a Rio sono stati organizzati o co-organizzati eventi scientifici di elevato livello: uno fra tutti, la conferenza sul tema “Economic Growth and the Structure of Long-Term development” dell’Iea – International Energy Agency, che si tenne a Varenna nell’ottobre del 1992 e a cui parteciparono relatori di fama internazionale tra i quali il futuro premio Nobel indiano Amartya Sen.
Negli anni successivi la Feem ha organizzato numerosi convegni internazionali ad alto livello. Vale la pena segnalare l’organizzazione a Venezia, nel 1998, del primo congresso mondiale degli economisti dell’ambiente e delle risorse naturali.
La grande mole di ricerca prodotta ha trovato poi diffusione anche attraverso una collana editoriale, le “Note di Lavoro” (nata proprio nel 1992), che trova ampio gradimento nel mondo accademico. A queste, si aggiungono una rivista edita con il Mulino intitolata proprio allo sviluppo sostenibile (Equilibri) e l’ultimo prodotto editoriale, la Review of Environment, Energy and Economics, una rivista in formato digitale che ospita contributi scientifici, scritti con un linguaggio non tecnico, sui temi dell’ambiente, dell’energia e dell’economia. La Feem, dunque, continua a posizionarsi alle frontiere della ricerca scientifica e lo farà anche sui temi in discussione nel prossimo giugno a Rio: la green economy e il contesto istituzionale per lo sviluppo sostenibile. Queste sono i due temi centrali del nuovo summit e le chiavi di lettura delle principali sfide per la sostenibilità.
La fondazione ha un sito molto ricco e sempre aggiornato (www.feem.it) attraverso il quale è possibile accedere alle sue pubblicazioni scientifiche.
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