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Veronesi: «Siamo abituati a mangiare troppo e male. E ci ammaliamo di più» La scelta vegetariana dell’oncologo
di Redazione

Che ci fa la prefazione di Umberto Veronesi, luminare dell’oncologia mondiale, in un libro di ricette di cucina? Cucina vegetariana, per di più? Il volume in questione – appena uscito in libreria – si intitola Verso la scelta vegetariana (ed. Giunti, 288 pagine, 16,50 euro) e, pur nella piacevole leggerezza del vademecum culinario, segna un passo importante. La lunga prefazione di Veronesi, che ci mette anche la faccia in copertina, certifica una sorta di sdoganamento del vegetarianesimo: non più solo moda “fighetta”, o scelta etica, ma anche stile di vita che contribuisce al benessere complessivo dell’organismo.
Un medico del suo calibro che sceglie la dieta vegetariana fa pensare. La dieta “carnivora” ha un impatto sulla salute?
Una cosa è certa: mangiamo più di quanto abbiamo bisogno per vivere bene, soprattutto troppa carne, mangiamo scorrettamente, e di conseguenza ci ammaliamo di più. L’alimentazione troppo ricca di grassi di origine animale è la principale responsabile della diffusione di malattie legate alla sovralimentazione, ormai endemiche in Occidente e in forte espansione nei Paesi emergenti: malattie cardiocircolatorie, cancro, diabete…
Ci sono altri motivi, oltre a quelli medici, che sottostanno a questa scelta?
Primo, rinunciare alla carne vuol dire contribuire ad alleviare le sofferenze di tanti animali. Ma c’è di più: la carne prodotta dai 3 miliardi di animali d’allevamento va in gran parte a nutrire il mondo occidentale, e siamo nell’assurda situazione per cui buona parte delle risorse agricole va ad alimentare gli animali mangiati da un miliardo di persone, togliendo risorse agli altri sei miliardi di abitanti.
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