Cultura
Vescovo di Locri: scomunica per chi uccide
Monsignor Giancarlo Bregantini, ha inviato una lettera a tutti i parroci della diocesi nella quale vengono scomunicati coloro che commettono violenze, sparano e uccidono. Ecco la lettera
di Redazione
Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di Locri-Gerace, ha inviato una lettera a tutti i parroci della diocesi nella quale vengono scomunicati coloro che commettono violenze, sparano e uccidono e fanno abortire la vita dei giovani. Il testo della lettera sara’ letto domenica prossima 2 aprile in tutte le chiese della diocesi di Locri. Monsignor Bregantini esprime con parole di estrema severita’ le violazioni contro la vita e la terra della locride commesse in questi anni, e annuncia il provvedimento canonico della scomunica contro gli autori di simili atti. ”Condanno nel piu’ forte dei modi questa ripetuta violazione della santita’ della vita” nella Locride afferma il vescovo. ”La condanno con la scomunica. Quella stessa scomunica – afferma Bregantini – che la Chiesa lancia contro chi pratica l’aborto, e’ ora doveroso, purtroppo, lanciarla contro coloro che fanno abortire la vita dei nostri giovani, uccidendo e sparando, e delle nostre terre, avvelenando i nostri campi, in applicazione estensiva del Canone 1398 Cjc, sentendo che questa grave sanzione giuridica ci aiutera’ di certo a prendere sempre piu’ coscienza del tanto male che ci avvolge, per poi saper reagire con fermezza e ulteriore impegno nel bene, nella difesa della vita, nella preghiera sempre piu’ intensa per chi fa il male, nella formazione in parrocchia, seminando speranza nelle scuole, negli oratori, nei gruppi ecclesiali”. Facendo riferimento ai numerosi avvenimenti in cui si e’ ”violata la sacralita’ della vita”, in forme diverse, ma tutte ”ugualmente e gravemente feroci” mons. Bregantini sottolinea che ”tutto questo ci coinvolge, in profondo dolore”. Per questo e’ necessario ”risvegliare le nostre coscienze, perche’ mai si lascino abituare al male, ma sempre possano attivare le necessarie forme di reazione, nella logica della Pasqua anche con le tante lacrime versate in questi giorni”. La dura risposta del vescovo di Locri arriva dopo il recente attentato, con la distruzione di diverse migliaia piantine di lamponi, che ha colpito una delle cooperative piu’ attive del Progetto Policoro, quella della ”Valle del Bonamico” nella Locride. Il progetto e’ stato promosso dalla Conferenza episcopale italiana. Gia’ nelle settimane scorse mons. Bregantini aveva annunciato che gli autori di atti di violenze contro le persone e la terra della locride sarebbero stati scomunicati. Ora arriva l’atto ufficiale che segue quanto prescrive il diritto canonico. Il vescovo ha deciso la scomunica applicando il canone 1398 del Codice, cioe’ quello stesso relativo a quanti praticano l’aborto. Il canone rientra sotto il titolo VI del testo canonico, ”Delitti contro la vita e la liberta’ umana”. Al numero 1398 si afferma: ”Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae”. Una formula, quest’ultima, con la quale si stabilisce che la pena si applica in caso si sia commesso un delitto, un peccato, per il quale e’ prevista appunto una pena specifica. In sostanza e’ sufficiente, affinche’ vi sia la scomunica, che il fatto venga compiuto senza ulteriori dichiarazioni. Era stato poi lo stesso Bregantini a paragonare gli atti di simili violenze, cioe’ di chi in vario modo toglie la vita, a coloro che praticano l’aborto; un concetto ripetuto nella lettera inviata ai sacerdoti. Nei giorni scorsi anche mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, aveva sottolineato come il fenomeno della ‘Ndrangheta stesse crescendo in modo preoccupante. L’attentato all’azienda agricola di Locri, aveva spiegato Betori, dimostra che la Chiesa e’ esposta in prima linea, e che ”l’emergenza ‘ndrangheta sta diventando sempre piu’ forte”, cosi’ come la disoccupazione, che soprattutto al Sud minaccia da vicino la vita quotidiana delle famiglie. Betori aveva affrontato il tema illustrando ai giornalisti il comunicato finale del Consiglio permanente dei vescovi italiani, e rispondendo ad alcune domande specifiche sul recente attentato contro la cooperativa agricola di Locri. Il segretario della Cei aveva ricordato che ”questo, come altri casi di iniziative che incidono sull’attivita’ economica dei giovani al Sud, e’ un episodio che si colloca sempre all’interno del Progetto Policoro, che fa capo alla Cei. Si puo’ dire, quindi, che ci troviamo esposti noi vescovi in prima linea. I nostri uffici, infatti, stanno seguendo attentamente la situazione di Locri, insieme con il vescovo Brigantini”. Betori ha definito poi quella della ‘Ndrangheta ”un’emergenza che sta diventando sempre piu’ forte, e che e’ una delle cause che impedisce al Sud di riprendere il suo sviluppo”.
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