5 per mille ma per davvero

Via il tetto dal 5 per mille: le ragioni di una mobilitazione condivisa e costruttiva

VITA insieme a 62 organizzazioni fra le più rappresentative del Terzo settore italiano lancia una campagna per cancellare il limite di spesa che impedisce di esprimere tutte le sue potenzialità alla più importante misura di sussidiarietà fiscale del nostro ordinamento. Che, fra l'altro, i cittadini contribuenti apprezzano ogni anno di più

di Stefano Arduini

Col numero di magazine di luglio-agosto insieme a 62 organizzazioni fra le più rappresentative del Terzo settore italiano, molte della quali aderenti al nostro comitato editoriale, VITA lancia una campagna e un appello affinché il Governo, a partire dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, e il Parlamento si adoperino per togliere il tetto al 5 per mille, oggi fissato a 525 milioni di euro. In realtà, stando ai dati riportati in Parlamento dal ministro Luca Ciriani (anno 2024 su redditi 2023), gli italiani hanno destinato la cifra di 603,9 milioni di euro (a fronte di 676 miliardi di entrate fiscali, anno 2024). Una quota mai raggiunta prima, così come è record il numero dei contribuenti che ha scelto di indicare un codice fiscale per il 5 per mille, pari a 17,9 milioni di cittadini, con un incremento di oltre 714mila firme rispetto all’anno precedente. 

Purtroppo, malgrado la legge si chiami appunto “5 per mille”, di fatto, ormai si riduce a un 4,3 per mille. Questo perché il cosiddetto “extra tetto”, ovvero la quota che eccede il limite deciso dal Governo nel 2022 a 525 milioni di euro, sfiora ormai i 79 milioni di euro. Anche questa una soglia mai raggiunta prima, considerato che il precedente record era di 27,9 milioni di euro (edizione 2023). 

Negli ultimi anni, la popolarità del 5 per mille è cresciuta in modo rilevante. Tanto che se sommassimo tutti gli extra tetto dal 2006 ad oggi arriveremo a oltre 560 milioni di euro. Di fatto è come se un’edizione del 5 per mille fosse stata cancellata con un colpo di spugna, all’insaputa di gran parte dei contribuenti italiani. 

Il 5 per mille è uno strumento formidabile. Non solo perché consente a migliaia di soggetti sociali, ma anche università e amministrazioni comunali, di coprire bisogni sociali, scientifici e culturali che altrimenti rimarrebbero scoperti (leggere il capitolo 3 del numero di VIAT magazine di luglio-agosto è illuminante); è infatti un meccanismo unico e insostituibile per almeno altre due ragioni che i contributi del capitolo 1 rendono evidente.

La prima è che il 5 per mille è la migliore realizzazione del principio di sussidiarietà in ambito fiscale in quanto rende il cittadino libero di indirizzare una quota delle sue tasse a organizzazioni che ritiene meritevoli. La seconda è che è uno strumento di partecipazione civile fondamentale. Soprattutto in un momento storico in cui vota meno del 50% degli aventi diritto.

Da queste considerazioni nasce una mobilitazione collettiva che abbiamo chiamato “5 per mille, ma per davvero”. Una campagna che non è contro qualcuno, ma, come scriviamo nell’appello che trovate in queste pagine, «mira a costruire un’alleanza responsabile per il bene comune fra le istituzioni, la politica, il Terzo settore e i singoli cittadini. Il Parlamento e il Governo hanno oggi l’opportunità di rafforzare questa alleanza, facendo una scelta semplice, giusta e condivisa». 

Questo contenuto è tratto dal numero di VITA magazine “5 per mille, ma per davvero” è stato eccezionalmente reso disponibile a tutti e tutte, se apprezzate il nostro impegno, se volete supportarci e sostenere la campagna, abbonatevi a VITA.

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