Non profit
Vicinanze pericolose
A caccia di soluzioni Serre, Terzigno, Pianura: quando la discarica "invade" le aree protette
di Redazione
Alla ricerca di spazio per le discariche lontano dai centri abitati si finisce, molto spesso, per incappare in zone protette. Esempio: Serre di Persano, un’Oasi del WWF nel Salernitano, costituita da un bacino artificiale lungo il fiume Sele, ricca di biodiversità (qui vivono tra i pochi esemplari di lontra in Italia). Il piano dell’allora commissario Guido Bertolaso prevedeva la creazione, nella località Valle della Masseria, di una discarica che avrebbe dovuto raccogliere 2 milioni di tonnellate di rifiuti, a pochi metri dall’Oasi. Il progetto venne bloccato tra proteste dei residenti e prese di posizione della magistratura. Fu scelto un sito alternativo, su proposta del ministro Alfonso Pecoraro Scanio, quello di Macchia Soprana, sempre in zona, oggi l’unica discarica in funzione nel territorio campano. Ricade anch’essa in un’area ecologicamente delicata, quindi «restano le nostre preoccupazioni per il rischio di inquinamento delle falde acquifere», spiega Ornella Capezzuto, presidente del WWF Campania.
Ma non c’è solo Serre nelle preoccupazioni di chi ha a cuore le aree protette della Campania, un territorio fragile e, sottolinea Capezzuto, «già martoriato da smaltimenti illeciti». La discarica di Pianura, per esempio, pur essendo alle porte della città, è situata nel Parco regionale dei Campi Flegrei e a poca distanza all’Oasi WWF Cratere degli Astroni, tutelata dall’Ue come Zona di protezione speciale. Chiusa dal 1996, ora il piano del commissario per l’emergenza Gianni de Gennaro ne prevede l’utilizzo come sito provvisorio per lo stoccaggio delle ecoballe.
Altra area protetta coinvolta nel piano del supercommissario quella del Parco nazionale del Vesuvio. È all’interno dei suoi confini uno dei nuovi siti individuati, quello di Terzigno, per il quale la presidenza del Consiglio, proprio per i vincoli dell’area protetta, ha dovuto firmare una deroga speciale in base alla quale poter scaricare non solo rifiuti organici ma anche rifiuti dalla strada. «Anche interventi straordinari devono comunque avere l’obbligo di assicurare la tutela dell’ambiente, così come sancito dalle direttive europee», sostiene Capezzuto. «Invece a Terzigno, come pure a Serre, territori già tutelati vengono aggrediti, con il rischio di vedersi penalizzati dall’Unione Europea e di conseguenza di perdere i fondi comunitari».
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