Milano
Villaggio della madre e del fanciullo: 80 anni di accoglienza, senza pregiudizi
È nato nel 1945 per le "ragazze madri", in un’epoca in cui l’emarginazione sociale era la regola. Elda Scarzella, la fondatrice, seppe creare un modello rivoluzionario, fatto di cura, ascolto e rispetto. Oggi accoglie donne vulnerabili, migranti o vittime di violenza, mantenendo lo spirito di accoglienza senza pregiudizi e centralità del legame mamma-bambino

Il Villaggio della Madre e del Fanciullo compie quest’anno 80 anni, ma lo fa con lo sguardo rivolto al futuro, senza dimenticare le sue radici profonde. A testimonianza di questo intreccio tra memoria e attualità, è stata presentata la ristampa di “Percorsi d’amore”, il libro scritto dalla fondatrice Elda Mazzocchi Scarzella, donna visionaria e antesignana dell’accoglienza sociale.
Correva l’anno 1945 quando il Villaggio aprì le sue porte a Milano, in una città profondamente ferita, per offrire riparo e dignità a quelle giovani donne che la società del tempo relegava ai margini: le “ragazze madri”. In un’epoca in cui l’emarginazione sociale era la regola, Elda Scarzella seppe creare un modello rivoluzionario, fatto di cura, ascolto e rispetto. Un luogo in cui essere madri non era una colpa, ma un diritto da tutelare.
Elda Scarzella ha incarnato lo spirito di una solidarietà laica, erede dell’impegno di grandi donne del primo Novecento, per le quali l’aiuto agli altri non era assistenzialismo, ma un atto di giustizia sociale.
Oggi, il Villaggio continua la sua missione, adattandosi a un contesto profondamente mutato. Alle ragazze di ieri si affiancano oggi donne di ogni provenienza, spesso migranti, vittime di violenza o in situazioni di vulnerabilità economica e sociale. Ma lo spirito è lo stesso: accoglienza senza pregiudizi, centralità del legame mamma-bambino, valorizzazione della persona.

La figura di Elda Scarzella – come emerge con forza dalle pagine di “Percorsi d’amore” – si inserisce in quel solco profondo tracciato da tante donne italiane tra la fine dell’Ottocento e il dopoguerra. Donne che, spesso lontano dai “luoghi del potere”, hanno dato corpo a una silenziosa ma concreta emancipazione femminile, attraverso l’impegno educativo, sociale e civile. Elda non fece eccezione: pedagogista, fondatrice, costruttrice di speranza.
La celebrazione di questi 80 anni non è solo un’occasione di ricordo, ma un momento per ribadire l’urgenza di luoghi come il Villaggio. In un mondo che spesso fatica a garantire spazi di protezione e di ascolto, questa realtà continua a offrire un rifugio, un’opportunità, una nuova possibilità di vita per tante madri e tanti bambini. Nel segno, oggi come allora, di quei “percorsi d’amore” che Elda Mazzocchi Scarzella ha saputo tracciare.
Cinzia Giudici, presidente del Coordinamento delle Organizzazioni per il Servizio Volontario e membro del Cda del Villaggio della Madre e del Fanciullo.
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