Welfare

Volontariato, la Cri apre le porte ai minori sotto procedimento penale

Sottoscritto un accordo innovativo fra l'ente e il ministero di Giustizia

di Redazione

I ragazzi coinvolti in procedimenti giudiziari potranno realizzare attivita’ di volontariato, e di sostegno agli altri, con la Croce Rossa Italiana. L’opportunita’ – che potrebbe teoricamente interessare migliaia di minori italiani (tanti sono infatti i ragazzi che hanno problemi con la giustizia) – e’ offerta da un protocollo d’intesa siglato dal presidente della Cri, Massimo Barra, e dal responsabile del Dipartimento per la giustizia minorile, Rosario Priore.

L’intesa, di durata biennale (rinnovabile), giunge a conclusione di una sperimentazione di oltre un anno i cui risultati sono stati giudicati ”ottimi” sia da Priore sia da Barra e che ha coinvolto decine di ragazzi.

Il protocollo prevede, in particolare, che i comitati locali della Cri (circa
1.500 sull’intero territorio nazionale) nel realizzare attivita’ socialmente utili coinvolgano minori e giovani adulti sottoposti a provvedimenti dell’autorita’ giudiziaria minorile. Questo impegno (saranno tenuti presenti le ”inclinazioni e le esigenze educative del minore”), che ha la prioritaria finalita’ della rieducazione del minore, sara’ fornito gratuitamente. La fascia d’eta’ interessata e’ quella fra i 14 e 21 anni. La copertura
assicurativa e’ a carico dell’amministrazione della giustizia.

Il dipartimento della Giustizia minorile e la Cri costituiranno poi un apposito comitato di coordinamento che, fra l’altro, si occupera’ di promuovere specifici progetti e
programmare studi e ricerche.

Per Barra, ”e’ interesse nazionale che i giovani che hanno problemi con la giustizia siano incentivati a cambiare stili di vita da persone che 24 ore su 24 sono al servizio della collettivita’. La Cri puo’ essere da stimolo per cambiare direzione alla propria esistenza”. ”Ben vengano – ha sottolineato Priore – iniziative come queste che permettono di offrire alternative ai giovani. Agli occhi dei ragazzi, dobbiamo infatti essere competitivi delle organizzazioni criminali”.

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