Non profit

«Vorrei avere al mio fianco la forza delle ong»

Fatih Birol - International Energy Agency

di Redazione

Sono rimasto piuttosto deluso dal ruolo che le organizzazioni non profit hanno svolto fino ad ora sul fronte dell’accesso all’energia». Non usa mezzi termini Fatih Birol, capo economista dell’Agenzia internazionale dell’energia, per dare il suo giudizio negativo su ong e cooperazione allo sviluppo in quest’àmbito chiave della lotta alla povertà: «Negli ultimi dieci anni, dalla fine degli anni 90, come Agenzia abbiamo cercato di spingere il tema dell’accesso all’energia al primo punto dell’agenda internazionale, eppure non abbiamo ricevuto molto supporto dalle ong, che erano soprattutto focalizzate sul cambiamento climatico».
Da Rio 92 ad oggi, ci sono stati progressi?
Sì, ora le cose stanno cambiando. Le ong sono più attente ai temi dell’accesso all’energia, e credo che possano giocare un ruolo fondamentale nell’aiutare le persone a capire che il tema energetico non è solo una questione economica, ma anche etica. Adesso c’è sicuramente un ampio spazio di collaborazione per lavorare insieme, così da informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’accesso all’energia che, davvero, non è solo un tema economico, ma anche etico.
Non per niente, il 2012 è l’Anno dell’accesso energetico per tutti…
Mi preoccupa il fatto che, una volta finito quest’anno, possa svanire l’interesse da parte di molti soggetti su questo tema. Perché noi dell’Agenzia l’anno prossimo saremo ancora lì, a combattere per l’accesso all’energia, e spero che questa volta insieme a noi vi siano molte organizzazioni non governative. È un tema vitale anche per loro. Fare in modo che tutti abbiano accesso all’energia non significa portare la tv in ogni capanna, ma alimentare un frigorifero per conservare le medicine o far sì che i figli possano studiare sui libri di scuola quando viene buio; non si tratta di portare di colpo queste popolazioni a uno stile di vita occidentale, ma di consentire un livello minimo di energia tale da farle uscire dall’indigenza.
Qual è l’ostacolo più grande che impedisce questo processo?
Il problema principale oggi è quello di trovare i fondi per realizzare nuovi impianti energetici. Noi abbiamo identificato le istituzioni che possono intervenire in questo senso, e i costi che comporterebbe portare l’accesso all’energia alle popolazioni nei Paesi in via di sviluppo sono abbastanza contenuti.
Che ruolo possono giocare le grandi aziende nell’ampliamento dell’accesso?
La nostra strategia e la nostra visione sono basate sul fatto che il settore privato acquisterà un ruolo sempre più rilevante nel finanziamento di nuovi impianti energetici, ma perché ciò avvenga bisogna che i governi locali nei Paesi in via di sviluppo accolgano favorevolmente questi investimenti e si dotino di strumenti adeguati per supportarli al meglio.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it