Fra chatbot & sextortion

Web-social-Ai, da Telefono Azzurro una Carta per difendere bambini e ragazzi

Presentata stamane la "Carta di Bologna per l’Affettività Digitale", il patto educativo che l'organizzazione fondata da Ernesto Caffo propone a istituzioni, famiglie, scuola, università e società civile. A 35 anni dalla Carta di Treviso, le esigenze di tutela sono cambiate. Un documento in sette punti, tra cui linee guida sull'Ai e i minori, sportelli di ascolto, un Osservatorio. Il presidente di Telefono Azzurro: «Non un manifesto astratto ma una road map»

di Giampaolo Cerri

Educare al rispetto e prevenire il bullismo, coinvolgendo istituzioni, scuola, università, famiglie e società civile per costruire un nuovo patto educativo sull’affettività digitale. Telefono Azzurro lancia a Bologna, in accordo con il Comune, la Carta di Bologna per l’Affettività Digitale.

Accade a 35 anni dalla Carta di Treviso, che l’organizzazione fondata da Ernesto Caffo elaborò insieme all’Ordine dei giornalisti e alla Federazione nazionale della stampa, nella cittadina veneta.

Il segno di quanto, in 35 anni, i tempi siano cambiati e quanto siano più insidiose le sfide. Nel 1990 ci si preoccupava di come la stampa, allora solo giornali, la tv, la radio, parlassero “dei” bambini, tutt’al più di come magari la televisione parlasse “ai” più piccoli; oggi ci si deve occupare del mondo digitale – Rete, socialnetwork, gaming e ora l’intelligenza artificiale – e di come i bambini e gli adolescenti, che ci sono immersi, si trovino a viverlo.

Un momento dei lavori nella Sala Stabat Mater a Bologna

Ernesto Caffo: «Non è un manifesto astratto ma una road map»

Spiega Caffo: «Vorrei che da Bologna partisse oggi un impegno concreto: la Carta per l’Affettività Digitale. Non è un manifesto astratto, ma una road map operativa che unisce scuola, istituzioni, famiglie, università e piattaforme tecnologiche. Questa Carta ci ricorda che il digitale non può essere neutro: deve essere a misura di affettività, perché i ragazzi crescano non solo connessi, ma riconosciuti».

Il digitale non può essere neutro: deve essere a misura di affettività, perché i ragazzi crescano non solo connessi, ma riconosciuti

Ernesto Caffo, Telefono Azzurro

Significativo che il professore abbia scelto la Sala dello Stabat Mater, in quello che fu l’Archiginnasio petroniano, ossia uno dei luoghi più antichi del sapere (essendo l’ateneo uno dei più antichi del mondo), per lanciare questa sua nuova sfida. No, non lo è perché è un “vecchio” professore  – è stato ordinario di Neuropsichiatria infantile, ha insegnato e fatto ricerca fino a ieri – e quindi sensibile al valore dell’accademia.

Il messaggio è chiaro: è nel sapere e con tutti gli attori che nel sapere si riconoscono, e che sono consapevoli d’essere chiamati a un lavoro educativo, che questa battaglia si vince, liberando le risorse positive e le grandi opportunità che il mondo digitale offre all’apprendimento.

Chatbot e Sextortion e gli altri rischi

«I bambini e gli adolescenti», spiegano quelli di Telefono Azzurro che con le help line osservano questi fenomeni quotidianamente, «stanno entrando sempre più spesso in contatto con chatbot e sistemi di Ai che simulano relazioni, influenzano le emozioni, veicolano contenuti e, in alcuni casi, amplificano fenomeni come cyberbullismo, sextortion ed esposizione a contenuti dannosi. La vita affettiva dei ragazzi oggi è mediata da algoritmi e Ai. Per questo motivo non basta “educare al digitale”», proseguono a TA, «ma occorre educare l’affettività nel digitale sviluppando quattro distinti alfabeti: quello affettivo per imparare a riconoscere le emozioni, l’empatia e il rispetto, quello digitale per comprendere al meglio le dinamiche che regolano le piattaforme, quello critico per poter distinguere tra relazione autentica e intimità algoritmica e, infine, quello civico per educare alla responsabilità, alla legalità e alla costruzione di pratiche riparative.

Sette punti per difendere bambini e adolescenti

La Carta prevede sette impegni che Telefono Azzurro propone ai firmatari che verranno, per tutelare e promuovere l’infanzia e l’adolescenza.

Il primo riguarda “Curriculum scolastico 9–18”: con l’inserimento moduli continuativi su affettività e relazioni digitali, inclusi i temi di cyberbullismo, reputazione online e Ai companion. Il secondo riguarda “Sportelli integrati” per «creare punti di ascolto scuola–sanità–Telefono Azzurro dedicati al benessere digitale e al supporto immediato».

Il punto numero 3 riguarda il Protocollo rapido contro il cyberbullismo» ossia «tempi certi di presa in carico, percorsi riparativi, monitoraggio degli esiti». Seguono, quarto punto, le “Linee guida locali su Ai e minori” «impostazioni sicure di default, limiti all’“intimità simulata”, trasparenza sui modelli» e, quinto, la “Formazione continua” «di docenti e genitori, con tutor di istituto dedicati all’affettività digitale».

Al sesto punto, c’è la nascita dell’Osservatorio Bologna, «ricerca, dati e valutazione d’impatto, in partnership con Alma Mater, Comune, Regione e Telefono Azzurro».

In ultimo ma non per ultimo, si parla di un Canale prioritario con le piattaforme per «un’escalation rapida dei contenuti lesivi grazie al ruolo di trusted flagger» ossia delle organizzazioni riconosciute che possono segnalare tempestivamente e ottenere la rimozione di testi, immagini, video in grado di nuocere.

Ernesto Caffo durante i lavori

Telefono Azzurro, prima realtà riconosciuta in Italia, come VITA aveva già scritto qui, è in prima linea nel promuovere trusted flagger e un’alfabetizzazione all’intelligenza artificiale a partire proprio dalle classi, con programmi che aiutano studenti e docenti a comprendere il funzionamento degli algoritmi, e a capire quali diritti digitali devono essere tutelati oltre a definire le regole per uno sviluppo sicuro e umano della tecnologia. 

Un patto perché ogni ragazzo e ogni ragazza
possa dire: “Qui posso crescere”

«La carta di Bologna per l’Affettività digitale», conclude Caffo, «rappresenta un patto per crescere insieme affinché ogni ragazza e ragazzo possa dire “qui sono visto, qui sono rispettato, qui posso crescere”».

«Anche in Europa abbiamo il dovere di fornire strumenti e regolamentazione adeguate, per uno uso consapevole e sicuro del digitale e che in questa sfida è fondamentale partire dalle scuole e con il coinvolgimento anche delle famiglie per educate i ragazzi», ha scritto l’eurodeputato dem Stefano Bonaccini, «anche come investimento per il futuro. Perché il tema della tutela dei minori, del bullismo e del cyberbullismo sono sfide non solo nazionali, ma europee e l’Italia, anche attraverso Telefono Azzurro, può dare un contributo importante a livello internazionale».

Secondo Annamaria Bernini, ministro dell’Università, che ha voluto inviare un messaggio alla prima giornata di Oltre l’Azzurro, questo il titolo della due giorni felsinea apertasi oggi (domani si riuniranno i volontari), «saper cogliere i cambiamenti è una necessità nel campo della prevenzione degli abusi ai minori. Perché sono i bambini, sempre, le prime vittime di ciò che è sbagliato nel nostro vivere insieme».

«Con Telefono Azzurro può nascere una nuova collaborazione utile a rilanciare un’idea pedagogica all’altezza delle sfide della contemporaneità, coinvolgendo i saperi della Città», ha dichiarato Daniele Ara, assessore alla Scuola e agli Adolescenti della giunta del sindaco Matteo Lepore.

Un’altra buona notizia.

Foto di Road Ahead su Unsplash

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.