Famiglia

Yemen, nuovo incidente nel Golfo di Aden

Allarme dell'Unhcr per la situazione dei profughi in fuga dalla Somalia

di Redazione

L’impressionante numero di morti tra i richiedenti asilo e i migranti che cercano di attraversare il Golfo di Aden dalla Somalia allo Yemen in cerca di asilo o di una vita migliore ha nuovamente ripreso a crescere durante lo scorso fine settimana, a causa di un nuovo terribile incidente. Sabato scorso, l’ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ad Aden, in Yemen, ha ricevuto notizia che tutti 137 i passeggeri di una nave proveniente dalla Somalia sono stati costretti dai trafficanti a gettarsi nelle profonde acque al largo della costa yemenita, prima che la nave invertisse la rotta e facesse ritorno in Somalia. A bordo si trovavano 134 cittadini somali e tre etiopi, tra cui anche donne e bambini.

Entro lunedì sera, 84 persone sono riuscite a raggiungere la riva, mentre 33 persone sono state trovate morte sulla spiaggia di Al Hodeiya, 10 chilometri ad est di Bir Ali, sulla costa meridionale del paese. Altri 30 passeggeri, tra cui alcuni bambini, risultano ancora dispersi e l’UNHCR teme che le possibilità di trovarli ancora in vita siano minime. Il personale dell’Agenzia ad Aden si sta prendendo cura dei sopravvissuti, fornendo loro assistenza medica, cibo e altri beni di prima necessità.

Quest’ultimo tragico incidente mette ancora una volta in evidenza l’urgente necessità di sforzi congiunti, sia a livello internazionale che locale, per affrontare il problema e ridurre al minimo il flusso di persone disperate che cadono vittime di trafficanti senza scrupoli. Ogni anno, attraverso un pericoloso viaggio, migliaia di somali arrivano in Yemen – in media 100 al giorno nel periodo più favorevole alla traversata, tra settembre e marzo – molti dei quali in fuga dalla violenza nel proprio paese. Al loro arrivo, a queste persone viene automaticamente garantito lo status di rifugiato prima facie (riconosciuto cioè sulla base della loro nazionalità e non a seguito di un esame individuale). Le reti dei trafficanti, che sfruttano migranti e richiedenti asilo, sono ben organizzate e arrivano a coinvolgere persone provenienti da Sri Lanka, Eritrea ed Etiopia. Tuttavia, i rischi del viaggio sono altissimi e alcuni passeggeri pagano con la vita il loro viaggio.

Spesso i trafficanti picchiano i passeggeri o li costringono a gettarsi in acqua quando sono ancora lontani da riva, a volte con le mani legate dietro la schiena.

Nel solo periodo tra il 12 e il 17 gennaio, ben 22 imbarcazioni con a bordo un imprecisato numero di somali ed etiopi sono approdate in Yemen. L’UNHCR ha finora registrato 1.217 somali e 39 etiopi. Il 16 gennaio, è arrivata in Yemen una nave che trasportava 65 persone e sei cadaveri. Altre 14 persone sarebbero morte durante la traversata.

L’UNHCR sta collaborando con le autorità nel Puntland, nella Somalia nord-orientale, per informare le persone sui pericoli di intraprendere un viaggio con i trafficanti attraverso il Golfo di Aden. In gennaio, l’Agenzia ha prodotto un video per sensibilizzare cittadini somali ed etiopi sui rischi che corrono con queste traversate. L’UNHCR sta inoltre lavorando ad un programma radiofonico nelle lingue locali, nel tentativo di raggiungere un maggior numero di persone.

Allo stesso tempo, l’UNHCR si sta appellando ai donatori affinché sostengano la comunità internazionale nello sforzo di migliorare il livello di protezione e assistenza alle persone sfollate all’interno in Puntland, che vivono in condizioni molto difficili. Senza affrontare direttamente le cause alla base dei flussi di migranti, i progressi nella lotta contro i trafficanti non potranno che essere limitati.

Mercoledì prossimo, l’ufficio UNHCR in Yemen porterà a termine la prima fase di un esteso programma di registrazione dei rifugiati nella capitale Sana’a. Lo scorso novembre, il governo yemenita e l’UNHCR hanno raggiunto un accordo per registrare migliaia di rifugiati, la maggior parte dei quali somali. Finora, sono stati registrati circa 16mila somali a Sana’a, dove vive la maggior parte dei rifugiati. Il programma proseguirà in cinque altri centri di registrazione in tutto il paese. L’ultima operazione di registrazione aveva avuto luogo nel 2003.

Lo Yemen, uno dei pochi paesi nella regione ad aver aderito alla Convenzione sui rifugiati del 1951, si dimostra particolarmente generoso nell’accogliere i rifugiati. Attualmente nel paese si contano più di 80mila rifugiati registrati, tra i quali 75mila somali.

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