Welfare
Zamagni: precarietà reprime capacità delle persone
Il commento di Stefano Zamagni, ordinario di economia politica allUniversità di Bologna, circa il rapporto tra giovani e precarietà del lavoro contenuto nel messaggio inviato ieri dal Papa a Pistoia.
di Redazione
?Non sono affatto sorpreso, da sempre la dottrina sociale della Chiesa indica il lavoro come dimensione fondativa per la persona umana?. Così Stefano Zamagni, ordinario di economia politica all?Università di Bologna, ha commentato il riferimento al rapporto tra giovani e precarietà del lavoro contenuto nel messaggio inviato ieri dal Papa a Pistoia. ?Per la Chiesa ? ha proseguito durante la prima conferenza stampa di presentazione della Settimana sociale ? il lavoro non è mai stato un fattore della produzione ?: di qui ?l?evidente continuità? delle affermazioni di Benedetto XVI con la tradizionale concezione cattolica del lavoro.
?Oggi la precarietà è il nuovo nome della disoccupazione?, ha affermato Zamagni, per il quale ?come ieri la Chiesa condannava la disoccupazione creata ad arte, con la stessa logica condanna la precarietà?. ?I precari ? ha proseguito ? sono la conseguenza del fatto che negli ultimi 25 anni il mondo della produzione è cambiato, ma non sono cambiate le mappe cognitive della persona?. Per Zamagni, cioè, ?la precarietà non è un effetto della flessibilità, che di per sé è un fatto positivo. La precarietà è il modo sbagliato di rispondere alla flessibilità?: sbagliato, dunque, ?continuare ad incidere sulle condizioni di vita, non sulle capacità delle persone?. (fonte: Sir)
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