Cooperazione & Relazioni internazionali

Per rompere il silenzio

Sabato la prima manifestazione nazionale per chiedere lo stop della guerra nella Striscia. Lotti (Tavola della Pace): «Manca una vera iniziativa diplomatica»

di Daniele Biella

Sabato 17 gennaio 2009, ore 10. «Tutti ad Assisi. Per rompere il silenzio dell’Italia su quello che sta succedendo a Gaza e dintorni». Questo l’obiettivo principale della Tavola della pace e del folto gruppo di promotori della prima manifestazione nazionale per chiedere lo stop della guerra che è in atto da due settimane nella Striscia. «Quello del governo italiano e più in generale di tutte le forze politiche è un silenzio assordante, che non fa a altro che aumentare le nostre responsabilità nel conflitto», avverte Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace e portavoce della manifestazione del 17 gennaio.

«Quello che manca è una vera iniziativa diplomatica, in Italia come in Europa. Per questo per la società civile è il momento di rimboccarsi le maniche e raccogliere le energie per far sentire la propria voce», continua Lotti. «Finora gli appelli alle fazioni israeliane e palestinesi per fermare le violenze sono caduti nel vuoto, e dubito che cambierà qualcosa in futuro: ci vuole un mediatore esterno forte, e questo può essere l’Europa. Per questo è necessario che i propri cittadini richiamino i politici alle loro responsabilità».

La manifestazione del 17 ad Assisi è stata promossa dagli aderenti all’appello “Dobbiamo fare la nostra scelta”, diffuso il 6 gennaio dalla Tavola della pace anche sul suo sito web (www.perlapace.it). Tra gli altri firmatari: Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cgil, Pax Christi, Libera, Legambiente, Associazione delle Ong italiane, Beati i Costruttori di pace, Emmaus Italia, Cnca, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica, Focsiv.

«Ci ritroveremo tutti assieme in piazza per dare una solidarietà concreta alla popolazione di Gaza, che in questi giorni sta perdendo la speranza nella comunità internazionale vista la sua impotenza nel fermare le bombe».

Quali le prospettive per il movimento pacifista italiano? «Cercare sempre più l’unità d’intenti», riprende Lotti, «la manifestazione nasce dalla volontà di formare una coalizione che abbia come scopo la risoluzione del conflitto israelo-palestinese». Una risoluzione oggi più lontana che mai. «Di certo la guerra in atto ha portato ulteriori tragedie e, per come stanno andando le cose, si sta portando dietro il grave risultato della vittoria politica di Hamas, che, resistendo agli attacchi israeliani, ne esce rafforzato», conclude il coordinatore della Tavola, «ma bisogna credere in una pace futura possibile tra i due nemici: ai nostri giorni un nemico non può essere annientato dall’altro. Piuttosto, la via del dialogo è l’unica praticabile per migliorare la situazione di entrambi».


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