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Cooperazione & Relazioni internazionali

GAZA. Tiro al bersaglio su contadini e internazionali. Il video

"Mentre accompagnavamo gli agricoltori palestinesi ai loro campi, i soldati israeliani ci hanno sparato addosso, mancandoci di pochi centimetri", denuncia il pacifista italiano dell'International solidarity movement Vittorio Arrigoni

di Daniele Biella

Questione di centimetri. “Alcuni proiettili hanno colpito il terreno a meno di mezzo metro da dove mi trovavo: uno di questi è passato a pochi centimetri dal mio viso”. Non è il racconto di un’azione di guerra quello di Vittorio Arrigoni, volontario italiano del corpo civile di pace Ism (International solidarity movement). O meglio, non dovrebbe esserlo, visto che la guerra a Gaza è stata dichiarata conclusa da un mese e mezzo e le diplomazie sono al lavoro da allora. Ma quello che succede al confine fra la Striscia e Israele fa pensare che le ostilità siano ancora in corso, perlomeno da parte di Tsahal, l’esercito israeliano.

È lo stesso Arrigoni a raccontare l’accaduto, del quale c’è un video disponibile (qui a lato): “Alle 9 di mattina di martedì scorso, il 24 febbraio, con altri volontari mi trovavo a Khozaa, vicino a Khan Younis, accompagnando agricoltori palestinesi, noi e loro visibilmente tutti civili disarmati, a lavorare nelle loro legittime terre ad una distanza di circa 600 metri dal confine”. Gli attivisti dell’Ism, unici internazionali a essere rimasti nella Striscia durante i recenti bombardamenti, si affiancano ai contadini palestinesi per tutelare la loro incolumità e prevenire scontri con Tsahal. “A un certo punto, senza preavviso, gli snipers (cecchini, ndr) israeliani hanno aperto il fuoco, per poco non ci ammazzavano”, riprende Arrigoni. Nonostante gli inviti a cessare il fuoco con il megafono da parte degli attivisti, la soluzione finale è stata quella di abbandonare il campo, e rinviare il raccolto. “Questa è solo l’ultimo di altri episodi simili: ad esempio, qualche giorno prima, nonostante la presenza di internazionali, gli stessi soldati avevano ferito Mohammad al-Buraim, un contadino sordomuto. Anche in questo caso, c’è un video che lo dimostra”.

I volontari, infatti, riprendono ogni loro azione di interposizione nonviolenta per poi riversare su internet e mandare alle autorità competenti i filmati. “Continueremo ad accompagnare i contadini ai campi, così come i pescatori a pescare nelle acque palestinesi al largo di Gaza, dove spesso la Marina israeliana interviene con metodi altrettanto duri”, spiega Arrigoni, “quello che serve è però l’attenzione della comunità internazionale su quanto accade, mass media in primo luogo, per questo vogliamo che il materiale che raccogliamo venga diffuso il più possibile”.


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