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Cooperazione & Relazioni internazionali

Se il magistrato va dall’usuraio…

Si allarga a macchia d'olio il fenomeno. Colpite anche le categorie più impensabili

di Daniele Biella

Arrivata la crisi, esplode l’usura. A lanciare l’allarme è il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi: «durante la crisi le imprese vedono inaridirsi i propri flussi di cassa e vedono cadere il valore di mercato del proprio patrimonio. Si trovano così più facilmente aggredibili da parte della criminalità organizzata», ha spiegato Draghi alla commissione Antimafia lo scorso mercoledì 22 luglio. Ma il fenomeno non si ferma alle aziende: sempre più cittadini, molti dei quali colpiti pesantemente dalla crisi, finiscono vittime del circolo vizioso dei debiti verso strozzini senza pietà. «Ultimamente arrivano da noi persone proveniente dalle più diverse categorie lavorative: non solo operai o piccoli commercianti, pochi giorni fa, per esempio, si è presentato un magistrato», rivela a vita.it il padre gesuita Massimo Rastrelli,presidente della Fondazione antiusura Moscati. Da 17 anni in prima linea nella battaglia contro i prestatori di denaro illegali, Rastrelli, 71 anni, ha un’idea molto chiara di quello che sta accadendo in questi ultimi tempi.

Com’è la situazione dell’usura in Italia in piena crisi economica?
Grave. Ancor più grave è il fatto che l’usura oggi non è un fatto di un luogo piuttosto che un altro, bensì è estesa in tutto il paese, da “storiche” regioni come Campania (dove opera la Fondazione Moscati, soprattutto a Napoli, ndr) Puglia, Calabria e Sicilia, a regioni solo in apparenza non esposte al fenomeno, su tutte il Veneto. Il problema è che le famiglie indebitate sono dappertutto, oggi più che mai, e gli strozzini, che siano singolo oppure organizzazioni criminali anche internazionali, possono contare su un giro d’affari miliardario. Per fare un esempio pratico: uno dei casi più comuni è quello di una famiglia monoreddito con un’entrata da 1.200 Euro che arriva a dover pagare agli sfruttatori 1500 Euro. Non riuscendoci.

Perchè in tempo di ristrettezze economiche le persone continuano a indebitarsi?

In molte famiglie, se la liquidità viene a mancare, anziché fermarsi e rivedere il proprio modo di vivere, si contraggono invece nuovi debiti. Questo causa un profondo conflitto sociale, aggravato dal fatto che sempre più spesso si creano almeno due circoli viziosi: quello di chi arriva ad avere nuovi debiti utili solo a sanare quelli vecchi, ma soprattutto quello che vede un usuraio “vendere” il debitore a un altro strozzino, spesso sconosciuto alla persona indebitata, che si trova ad avere a che fare con persone ancor più senza scrupoli e con tassi di interesse che lievitano fino al 30%.

Quante persone vengono a chiedere aiuto?
Ogni settimana in Fondazione riceviamo almeno 40 nuove richieste di appoggio di persone vittime dell’usura. Le incontriamo, e vediamo caso per caso cosa si può fare. C’è da dire che ci capita sempre più di frequente di riuscire a togliere qualcuno dalle grinfie degli usurai: in totale, sono 4mila i casi risolti in 17 anni di lavoro, che ci hanno permesso di recuperare in garanzia almeno 30 milioni di Euro.

Come funziona il meccanismo per uscire dalla trappola dell’usura?
Nel nostro caso, ci presentiamo alle banche e ci facciamo garanti per la vittima, permettendole di ottenere un prestito dall’istituto bancario equivalente al debito contratto con l’usuraio. Una volta estinti i debiti con gli strozzini, la persona è molto più tranquilla e, mentre restituisce nel tempo i soldi alla banca, può ricominciare a vivere.


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