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Cooperazione & Relazioni internazionali

Adozioni internazionali, una crisi globale

Sono in diminuzione in tutto il mondo le adozioni internazionali, con picchi dell'80 per cento in meno in molti paesi occidentali. Anche in Italia il trend è in calo, ma con cifre meno allarmanti. Ecco i numeri di uno studio francese e le ragioni del fenomeno

di Gabriella Meroni

Crollano le adozioni internazionali in tutto il mondo. Dopo l'inchiesta con cui Vita aveva evidenziato il trend italiano (-15 per cento l'anno nel 2012-2013, mentre si attendono ancora i dati relativi al 2014) inserendolo nel generale calo mondiale, e le denunce più allarmate di associazioni come AiBi, arrivano oggi i dati diffusi dall'Istituto francese di studi demografici (INED), secondo il quale a livello globale tra il 2004 e il 2013 il numero di adozioni internazionali è diminuito di ben due terzi, passando da quota 42.194 a 15.188 minori adottati.

Una diminuzione decisamente più significativa in alcuni paesi, come si vede dal crollo dell’80% in Norvegia, del 79% in Spagna, del 67% in Francia, del 36% in Canada e “solo” del 17% in Italia. Secondo l'INED, che ha analizzato le ragioni del fenomeno, alla base del trend negativo non ci sarebbe la diminuzione di domanda da parte degli aspiranti genitori adottivi, quanto il miglioramento del tenore di vita nei paesi a basso reddito e la conseguente riduzione del numero di orfani adottabili, seguita dalla diffusione della contraccezione, dall’attenuazione dello stigma associato alle nascite “illegittime” e dalla conseguente riduzione del numero di bambini abbandonati.

Ad aggravare la situazione per le coppie in attesa di un figlio, spiega l’Ined, si sono poi aggiunte ragioni di ordine politico e giuridico, come per esempio le norme che hanno introdotto requisiti più severi per gli aspiranti genitori adottivi in Cina, o le diverse moratorie sulle adozioni internazionali decise da paesi come Romania, Bulgaria, Guatemala e Vietnam per monitorare e sradicare il traffico di minori a scopi illeciti. A rimanere nel circuito delle adozioni internazionali – nota sempre l'istituto francese – sono quindi i cosiddetti “bambini con bisogni speciali”, ovvero affetti da un qualche forma di patologia, oppure i ragazzini con più di 6 anni o i gruppi di fratelli.
 


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