Welfare & Lavoro

Il nuovo Isee è già da rifare. Il Tar dà ragione ai disabili

Il Tar del Lazio ha riconosciuto che indennità di accompagnamento e pensioni di invalidità non possono essere considerati redditi da includere nel calcolo Isee. Soddisfatto il presidente di Anmil e Fand. Per il consulente legale di Anffas onlus occorre che ministero e governo riscrivano velocemente il decreto

di Antonietta Nembri

Pensioni di invalidità ed indennità di accompagnamento non possono essere considerati redditi ai fini del calcolo dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). A dirlo è il Tar del Lazio che ha reso note le sentenze relative a tre ricorsi presentati da diverse associazioni dall’Utim (Unione per la tutela delle persone con disabilità intellettiva) di Torino al raggruppamento nazionale Coordinamento disabili Isee No Grazie. Uno dei ricorsi riguardava anche l’iniquità che si veniva a creare nel campo delle franchigie in caso di presenza di disabili nel nucleo familiare dal momento che la stessa franchigia era più elevata nel caso dei minorenni. E anche questo è stato accolto dal Tar.

In pratica con le sue sentenze il Tar del Lazio ha dichiarato in parte illegittimo l’art. 4 del Dpcm 159/2013 nella parte in cui include nel computo Isee le provvidenze economiche erogate dallo Stato a sostegno della disabilità. Un provvedimento che fin dalla sua nascita aveva suscitato la contrarietà e le critiche di tutto il mondo della disabilità che si sentiva pesantemente penalizzato. Non erano servite audizione e i tentativi di concertazione (vedi news del febbraio 2014). Alla fine c’è voluto un tribunale per far vedere che così come era il nuovo Isee penalizzava disabili e invalidi civili.

Soddisfazione esprime Franco Bettoni, presidente di Anmil e Fand per l’accoglimento da parte del Tar del Lazio del ricorso presentato dai familiari dei disabili «contro la riforma dell’indicatore della situazione economica equivalente entrata in vigore a inizio 2015, che ha introdotto un nuovo meccanismo di calcolo del reddito per l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate, sfavorevole per le persone con disabilità più gravi».

Secondo i giudici amministrativi, infatti, non è dato comprendere per quale ragione, nella nozione di reddito che dovrebbe riferirsi a incrementi di ricchezza idonei alla partecipazione alla componente fiscale di ogni ordinamento, sono stati compresi anche gli emolumenti riconosciuti a titolo meramente compensativo e/o risarcitorio a favore delle situazioni di disabilità, quali le indennità di accompagnamento, le pensioni Inps alle persone che versano in stato di disabilità e bisogno economico, gli indennizzi Inail.

«Una pronuncia, quella del Tar, pienamente in linea con quanto denunciato dall’Anmil già nelle prime fasi di elaborazione del regolamento. Auspichiamo che ora il Governo prenda atto al più presto di questa importante pronuncia, risolvendo una questione che tutto il mondo della disabilità sta vivendo come una inaccettabile e ingiusta aggressione dei propri diritti», conclude il presidente Bettoni.

E adesso? Cosa succederà? Il vecchio Isee non c’è più, mentre quello nuovo è stato “azzoppato”. «Sono 24 ore che ci stiamo ragionando» ammette il consulente legale di Anffas onlus, Gianfranco de Robertis. Se le sentenze fossero state depositate entro il 2 gennaio, data che era prevista dopo le sentenze, il nuovo Isee sarebbe stato bloccato, ma al 12 febbraio i Caf hanno già calcolato i nuovi Isee a chi ne ha fatto richiesta per avere delle prestazioni si è visto calcolare «le franchigie e le indennità di accompagnamento. Ora quegli Isee non valgono più, quello vecchio non esiste più e quello nuovo in pratica è carta straccia» commenta amareggiato de Robertis, nonostante la soddisfazione per la sentenza.

Non resta che aspettare una nota esplicativa dal ministero (nell'attesa di una decisione del Governo sull'Isee) che al momento non è ancora arrivata. Il consulente legale di Anffas onlus osserva che il problema riguarda solo chi ha chiesto nuove prestazioni dopo il gennaio di quest’anno con un nuovo Isee «In pratica», precisa de Robertis, «se una persona è entrata, per esempio, in un centro diurno nel settembre 2014, non si deve preoccupare il suo Isee vale un anno. Ma adesso c'è un problema in più: ora se io oggi devo richiedere il documento per accedere a un servizio come sarà calcolato l'Isee». Per l’avvocato de Robertis inoltre bisognerà vedere quanto tempo impiegheranno all’Inps a sviluppare un nuovo applicativo per il calcolo dell’Isee «sarebbe utile a questo punto che il ministero dicesse che si possono erogare le agevolazioni con riserva, ma per il momento c’è un totale disorientamento».

Foto: Getty Images


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