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L’Aquila: 6mila alunni ancora nei Musp, perché?

Online la piattaforma dove condividere le battaglie civili U-Act, pensata dall'associazione insieme a Open Polis, che rende visibili i bisogni e le petizioni dei cittadini

di Daniele Biella

È un semplice clic, ma ha una portata ben più ampia: può, per esempio, obbligare i politici ad assicurare la ricostruzione di tutte le scuole dell’Aquila, dato che a sei anni dal sisma molto del lavoro è rimasto incompiuto. Stiamo parlando della nuova piattaforma che lanciano l’ong ActionAid e Open Polis, U-Act (che sta per You Act, “tu partecipi”), uno strumento al servizio di tutti i cittadini che vogliono far sentire la propria voce e dare visibilità alle battaglie dei territori.

La prima petizione attiva sostiene i genitori degli studenti aquilani, che chiedono agli italiani di «far pressione sugli amministratori al fine di pubblicare sul sito del Comune i progetti approvati e le proposte progettuali avanzate finora, i dati disponibili dalle diverse fonti istituzionali e le priorità identificate». Inoltre si chiede di «chiarire quanto prima un dettagliato cronogramma dei tempi di progettazione, approvazione, gara d’appalto e lavoro di ogni scuola interessata». Sono almeno seimila gli alunni costretti ancora oggi a seguire le lezioni dentro i Musp, le strutture provvisorie. Gli operatori dell’ong avevano lanciato l’appello #matteofaiscuola e si erano presentati lo scorso ottobre a Palazzo Chigi, sede del governo, con 6.296 firme da presentare al presidente del Consiglio per chiedergli di recarsi presto all’Aquila, ma non sono stati nemmeno ricevuti. Nello stesso tempo, il consiglio comunale dell’Aquila ha bocciato la mozione che chiedeva la programmazione degli interventi di ricostruzione.

Per far cambiare idea ai decisori politici, ora ActionAid, Open Polis e tutti i cittadini possono alzare la propria voce con U-Act, nella prima di tante altre battaglie che la piattaforma, attiva anche su facebook e twitter, lancerà nei prossimi mesi.


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