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La crisi nucleare di Kiev, parla Kirijačenko

Eliseo Bertolasi, inviato di Vita nel Donbass, ha intervistato Vladimir Kirijačenko, direttore dell’Istituto di Energia atomica di Sebastopoli, per capire la situazione. «Le centrali del Paese sono russe del periodo sovietico. Dovrebbe essere la Russia a gestire combustibile, scorie e manutenzione. Ma l’Ucraina si è rivolta ad altri. La situazione è esplosiva»

di Redazione

Negli ultimi mesi l’Ucraina è stata interessata da una serie di problemi in alcune delle sue centrali nucleari. Tuttavia Kiev continua ad assicurare che tutto è sotto controllo. Non bisogna dimenticare il disastro di Chernobyl. Per approfondire la questione e per avere un’opinione meno politicizzata, Eliseo Bertolasi, ricercatore associato all'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) di Roma, inviato per Vita nel Donbass e in Russia, si è recato in Crimea per intervistare Vladimir Kirijačenko direttore dell’Istituto di Energia atomica di Sebastopoli.

Qual è la vostra idea sulla situazione attuale delle centrali nucleari ucraine?
Conosco questo problema perché fino ad ora ho ancora la mano sul polso del sistema formativo. Il nostro Istituto ha rappresentato un patrimonio nazionale per l'Ucraina. Siamo stati un Istituto leader per la formazione di specialisti del settore nucleare e per tutte le imprese a ciclo di combustione nucleare. In Ucraina ci sono ancora due Istituti: il Politecnico di Odessa e il Politecnico di Kiev. L’Università di Odessa nel frattempo ha perso il suo sistema formativo, ha perso i suoi quadri e negli ultimi cinque anni, a causa della scarsa formazione, i suoi laureati non sono più stati assunti. Per ciò che concerne la formazione al Politecnico di Kiev: parliamo di costruttori e progettisti, in altre parole non preparano professionisti in grado di lavorare nelle centrali. In estate abbiamo rilasciato 400 lauree e 400 specialisti che sono andati a lavorare in Ucraina. Gli studenti del secondo e terzo anno, quasi il 90%, su indicazioni delle autorità ucraine hanno lasciato l’Istituto. È stato detto loro che il diploma della nostra Università non sarà valido sul territorio dell'Ucraina. Allo stesso tempo, i nostri laureati, nel 2014, sono andati a lavorare nella centrale nucleare di Smolensk e di Rostov (in Russia). Sono stati assunti perché il nostro diploma lì è quotato. I nostri laureati tramite Rosatom lavorano in Cina, in Iran per la costruzione della centrale di Bushehr, in India. Il nostro diploma è quotato sia in Russia che all'estero. Tutti lavorano per Rosatom. Rosatom sta costruendo nove centrali nucleari all'estero; naturalmente sono necessarie figure-quadro e così prendono i nostri laureati, in particolare coloro che hanno lavorato 5-10 anni nelle centrali nucleari, specialisti formati. Precisamente, c’è bisogno di specialisti in grado di lavorare nel campo dell'energia nucleare. Ora, io so, CHE la Bielorussia sta costruendo due reattori: c’è già una fila di specialisti ucraini che hanno inviato là il loro curriculum. Non appena la Bielorussia li assumerà si aprirà un’ampio varco tra gli esperti di centrali nucleari in Ucraina. Gli Istituti superiori di Odessa e Kiev non saranno in grado di organizzare in modo rapido ed efficace la formazione di tanti specialisti. Non è facile, ci vuole tempo. Il 23 giugno per noi saranno cent’anni. In cent’anni è stato formato il nostro sistema d’istruzione, da Nicola II ad oggi. Vale a dire, in un solo giorno non si può creare un sistema d’istruzione di alta qualità.

Perciò qual è la sua previsione?
In Ucraina c'è ora un gruppo di specialisti che noi abbiamo formato, verranno impiegati, ma poi si dovrà ricorrere a quelli che arrivano da Odessa e da Kiev, che non sono professionisti. Tra cinque anni, è assolutamente chiaro si dovranno rivolgere a noi. Oggi da noi studiano 61 ucraini, quelli che non hanno voluto ritornare in Ucraina, ora riceveranno nuovi documenti: cittadinanza russa e passaporti russi. Non vogliono ritornare in Ucraina. Quello che oggi è in corso in Ucraina, non voglio commentare, lo sappiamo benissimo. In cinque anni, è impossibile preparare un’adeguata didattica d’istruzione per la formazione di specialisti di qualità. Per un avvocato si può fare, ma ciò è impossibile per formare esperti nel campo dell'energia atomica. Per un’adeguata preparazione professionalmente e per lavorare nelle centrali nucleari è richiesta una solida base di tirocinio in laboratorio. Nel nostro Istituto, questa base di laboratorio è stata creata nel 1951. Questa struttura è costantemente aggiornata con nuovi modelli. Oggi noi possediamo la struttura più moderna per la preparazione di questi specialisti. In Ucraina tutte le centrali sono sovietiche, vale a dire russe.

Centrali nucleari costruite negli anni ‘80 anni…
Durante il periodo ucraino è stato costruito il quarto blocco della centrale di Rivne, e il secondo blocco della centrale di Khmelnitsky.

Le centrali però sono state costruite durante il periodo sovietico?
Sì, tutte le centrali e tutti i progetti sono sovietici, ma poi, naturalmente, tutti i progetti sono passati sotto la Russia.

Perché?
Perché quando si fa un progetto come ad esempio in Cina a Tianwan per una centrale russa, nel contratto è precisato che il mantenimento di determinati sistemi sarà a carico della Russia. In secondo luogo, qualora la società dell'energia nucleare cinese desideri ammodernare questa unità, gli interventi necessari dovranno essere concordati con il progettista, il progettista è la Russia. Questa è una pratica internazionale, non un desiderio della Russia. L'Ucraina ha già fatto molti errori senza consultarsi con il progettista, tutto ciò è univocamente molto grave. Innanzitutto per il fatto che sta sperimentando l’uso di combustibile nucleare americano. Poiché l'unità è russa, la Russia è tenuta a fornire il combustibile per quell’impianto. Tale combustibile è indicato specificatamente per quel modello d’impianto. Nella centrale “Sud-ucraina”, l’Ucraina ha cominciato a utilizzare il combustibile della società americana Westinghouse, all’inizio ha acquistato 10 elementi di combustibile, poi 68. I 10 elementi della prima fornitura non erano compatibili, hanno realizzato degli interventi di modernizzazione, poi li hanno riposizionati. Ora nel secondo blocco della centrale nucleare “Sud-ucraina” sono attivi 68 elementi di combustibile della società Westinghouse. Questa è un'operazione sperimentale, ci vorrà tempo per poterla completare.

Come faranno a completarla?
Non si sa. In realtà, questa è una violazione delle regole di cui ho parlato in precedenza. In tutto nelle centrali ucraine sono state poste 163 unità di questo combustibile. Hanno deciso di non comprarlo dalla Russia. Quando usano il combustibile americano, automaticamente, la Russia non è responsabile di ciò che potrà poi accadere, sia nella centrale, sia nel combustibile. In altre parole, l'intera responsabilità della sicurezza nucleare e della radioattività ricadrà solo sugli specialisti ucraini. La Russia non può assumersi tale responsabilità poiché le centrali sono state progettate in Russia e sono predisposte a utilizzare solo combustibile russo.

Quindi automaticamente il cambio di combustibile significa rischio?
Ci sono molte variabili. La distribuzione del flusso di neutroni e la temperatura su tutti. Al fine di consentire o vietare l'uso di altri combustibili, è necessario condurre uno studio di zone attive. L'Ucraina ora non è in grado di farlo, non ha questi specialisti. Potrebbe proporlo alla Westinghouse. La Westinghouse ha la possibilità di condurre questi studi, ma quanto siano di qualità non lo sappiamo, così come non si sa quali possano essere i suoi esperimenti. Sempre per contratto, le scorie del combustibile russo vengono spedite in Siberia per essere ritrattate in impianti speciali. Le scorie del combustibile della Westinghouse dovranno pur essere smaltite, ma la Russia non le accetterà. Forse verranno stoccate in depositi. Ma dovranno comunque venir smaltite.

Chi eseguirà quest’operazione?
Gli impianti per il ritrattamento del combustibile esaurito hanno valore di miliardi di dollari. Ma i funzionari ucraini non vogliono pensare al domani. E sarà un grande problema. La Russia non s’impegnerà nel trattamento delle scorie del combustibile degli Stati Uniti. Non lo si potrà fare anche per il desiderio, da parte ucraina di chiudere le frontiere e di mantenere le sanzioni verso la Russia. Lo smaltimento delle scorie è un processo molto complesso che coinvolge: il servizio federale, le forze armate interne, il trasporto su ferrovia..  specialisti in altri settori. Il sistema è complesso, e ora si è rotto. Io sono un esperto di energia nucleare, ma non capisco come la Russia sia tecnicamente in grado di eseguire questo processo alla luce della situazione attuale. D'altra parte non ci sono informazioni in merito a un accordo tra l'Ucraina e la società Westinghouse, che stabilisca che le scorie ritornino al Paese produttore del combustibile. Io, questo contratto non l’ho mai visto! Questo accordo esiste invece tra l'Ucraina e la Russia. Tutte le scorie del combustibile che viene fornito dalla Russia all'Ucraina sono da restituire e da smaltire in Russia. In altre parole, la leadership ucraina non sa pensare al futuro.. Una cosa terribile!

 


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