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SM: la riabilitazione stop and go non serve a nulla

Si è chiusa ieri la Settimana di Informazione sulla sclerosi multipla, promossa da AISM e FISM. Tante novità in arrivo, a partire dall’Agenda della SM. Mentre il ricercatore che ha vinto il Premio Montalcini spiega che tre mesi dopo la fine di un trattamento riabilitativo, tutti i miglioramenti si annullano: «la riabilitazione non fa sconti, le persone con SM hanno bisogno di una riabilitazione continuativa»

di Sara De Carli

«Da un po’ di tempo ci siamo accorti che la nostra fatica non è volta a conquistare nuovi diritti, ma a lottare per mantenere quelli che abbiamo. È il momento di riaffermare con forza i diritti delle persone con sclerosi multipla»: così Roberta Amadeo, presidente di AISM spiega la genesi dell’Agenda della Sclerosi Multipla 2015-2020, presentata al Senato durante settimana di informazione sulla SM, che si è conclusa ieri.

L’agenda della SM

L’Agenda va intesa in senso etimologico, come elenco di cose da fare nel prossimo quinquennio e arriva non a caso un anno dopo la presentazione della Carta dei Diritti, a cui vuole dare concretezza: «Abbiamo individuato dieci temi estremamente concreti, dettagliando gli obiettivi. È un’agenda comune tra istituzioni, ricercatori, stakeholder, sostenitori», continua Amadeo. Si parla di farmaci, riabilitazione, lavoro, informazione, ricerca e tanto altro. Una priorità ad esempio è garantire l’accesso tempestivo e uniforme ai farmaci, sia innovativi sia sintomatici per il trattamento della SM, in maniera uniforme sul territorio nazionale. Un altro punto è ottenere il diritto al part time, come già avviene per le patologie oncologiche, e il diritto di tornare al full-time su richiesta del lavoratore. Ma anche il riconoscimento della valenza di cura dell’intervento riabilitativo, l’assicurare percorsi di riabilitazione e abilitazione personalizzati, l’accesso agli ausili. L’approccio è a tutto tondo, con la persona al centro: approccio necessario con una malattia così ondivaga e fluttuante come la SM, fatta di crisi, miglioramenti e ricadute.

Il database delle risonanze magnetiche

Durante il congresso FISM è stato annunciato anche l’avvio ufficiale del progetto INNI (The Italian Neuroimaging Network Initiative), finanziato dalla Fondazione di AISM: un database di dati e immagini di risonanza magnetica relativi alla sclerosi multipla, a disposizione dei clinici e del mondo della ricerca. Si tratta di un sito (www.inni-ms.org/) su cui i 4 centri che hanno già aderito al progetto caricheranno da oggi i dati disponibili relativi a circa 3mila persone con sclerosi multipla che sono seguite da tempo. I 4 centri fondatori sono il centro di NeuroImaging dell’Università Vita e Salute-San Raffaele, dell’Università di Siena, quello dell’Università La Sapienza e della II Università degli Studi di Napoli), «ma lo scopo è estendere l’iniziativa a quanti più centri possibili sul territorio italiano, in modo da coprire un buon campione dei 75mila pazienti presenti in Italia, e magari in futuro, di trasformarlo in un progetto internazionale, con una grande quantità di dati di alta qualità», spiega Massimo Filippi, capo unità Neuroimaging Quantitativo IRCCS Ospedale San Raffaele e docente presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

«L’idea è quella di mettere insieme un’enorme quantità di dati, a disposizione di clinici e ricercatori. Il vantaggio è che, permettendone il recupero in base a diversi criteri di ricerca, sarà possibile fare studi su tanti pazienti a partire dal database»

Misurare l’efficacia della riabilitazione

Accanto ad INNI si colloca il progetto finanziato e realizzato da FISM – Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, che mira a costruire il più imponente database nazionale sull’efficacia del trattamento riabilitativo nella SM: PROMOPRO-MS. «Siamo partiti nel 2013 e siamo già riusciti a raccogliere le schede cliniche e i patients-reported outcomes di circa 1000 delle 2000 persone che parteciperanno al progetto, che dovrebbe concludersi il prossimo febbraio», spiega Giampaolo Brichetto, coordinatore di PROMOPRO-MS. Lo scopo è capire quali fra le scale che si utilizzano per valutare i percorsi riabilitativi sono le più efficaci nell’identificare un cambiamento od un effetto nel decorso della malattia: «Sul medio e lungo termine vedremo poi se è possibile individuare sottopopolazioni di persone con MS che si comportano allo stesso modo, permettendo quindi di migliorare la personalizzazione dei trattamenti e se esistono all’interno delle scale degli indicatori predittivi sull’evoluzione della patologia. Tutto questo ovviamente anche con l’integrazione con i dati provenienti da altri progetti, quali quelli sulla risonanza magnetica», conclude Brichetto.

Riabilitazione continua

Il Premio Rita Levi Montalcini è andato quest’anno a Luca Prosperini, ricercatore presso il Dipartimento di Neurologia e Psichiatria dell’Università Sapienza e neurologo al Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale Sant’Andrea. Prosperini ha ottenuto questo prestigioso riconoscimento per i risultati che sta raggiungendo nel campo del trattamento neuro-riabilitativo, in particolare per la gestione efficace dei problemi di equilibrio, lo sviluppo di innovativi programmi di riabilitazione e di altre nuove strategie di trattamento farmacologico nella SM. Prosperini ha spiegato così le sue ricerche: «La riabilitazione non è un semplice palliativo per il sintomo clinico, ma funziona anche a livello cerebrale. Nello stesso la riabilitazione non fa sconti: bisogna continuare a rimanere allenati.

Nel nostro studio abbiamo effettuato un intervento di 12 settimane e poi osservato che, a distanza di altre 12 settimane dalla fine del trattamento, tutte le modificazioni riscontrate a livello cerebrale e anche la performance sull’equilibrio misurata con posturografia tendevano a ritornare ai valori precedenti.

In Italia siamo abituati a svolgere riabilitazione con cicli di 10 sedute, dopo di che non si ha certezza sistematica di altre sedute. Forse questa è un’impostazione da rivedere: le persone con SM credo abbiano bisogno di una riabilitazione continuativa».

Foto di copertina di Stefano Pedrelli , presso AISM Genova