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Economia & Impresa sociale 

Lavoro per i detenuti, la scommessa della Cooperativa Giotto

Di fronte a un tasso di recidiva che in Italia si attesta intorno al 70%, solamente il 2-3% dei detenuti inseriti nei percorsi lavorativi proposti dalla Cooperativa Giotto è tornato a delinquere una volta uscito dalla casa di reclusione

di Elena Bagalà

Qualche settimana fa su queste pagine si è parlato della Cooperativa Sociale Giotto di Padova, una cooperativa di tipo B impegnata soprattutto nella valorizzazione delle persone svantaggiate, detenuti e disabili.

Il cuore dei suoi interventi è la struttura carceraria Due Palazzi di Padova in cui la cooperativa opera dall’inizio degli anni novanta proponendo un impiego a oltre 500 detenuti e che attualmente offre possibilità di lavoro nell’ambito della pasticceria/ristorazione, della cura del verde con il “Parco Didattico”, dell’assemblaggio e dei servizi di call center, questo dopo un’adeguata preparazione grazie a percorsi formativi che possono durare fino a 9 mesi.

Questo il video che è stato realizzato dall’Archivio della Generatività italiana (http://www.generativita.it/) per presentare la cooperativa e le sue attività, un concentrato di quattro minuti che permette di andare al di là dei fatti e dei numeri, senza dubbio tutti positivi, e di arrivare a percepire il valore di questa esperienza attraverso le testimonianze di coloro che vi sono coinvolti in prima persona.

L’obiettivo è fornire un punto di partenza per riflettere su modelli di sviluppo e di cambiamento sociale attualmente in atto, comprenderne le dinamiche e quindi le possibilità di replicare in forme sempre nuove le conquiste e i risultati a cui si è arrivati grazie alle esperienze mostrate.

In questo caso il dato più interessante è che di fronte a un tasso di recidiva che in Italia si attesta intorno al 70% solamente il 2-3% dei detenuti inseriti nei percorsi lavorativi proposti dalla Cooperativa Giotto è tornato a delinquere una volta uscito dalla casa di reclusione.


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