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Istat: si ferma l’indice di povertà delle famiglie. È stabile ma endemica

Dopo due anni di aumento, nel 2014 l’incidenza della povertà assoluta in Italia rimane stabile. «Il dato però, se paragonato a quello prima della crisi del 2007 ci parla di un aumento più che raddoppiato, una criticità nuova con cui fare i conti. Servono strumenti come il reddito di inclusione sociale», sottolinea Cristiano Gori, docente di Politiche sociali alla Cattolica di Milano

di Lorenzo Maria Alvaro

Dopo due anni di aumento, nel 2014 l’incidenza della povertà assoluta in Italia si mantiene sostanzialmente stabile. Lo rileva l’Istat nell’indagine sulla spesa delle famiglie: 1 mln 470mila famiglie (5,7% di quelle residenti) è in condizione di povertà assoluta (4 mln 102mila persone). Stabili gli indici sul territorio con il 4,2% al Nord, il 4,8% al Centro e l’8,6% al Sud.

Secondo l’Istat dunque oltre 4 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta. Di queste, 1 milione 866 mila risiedono nel Mezzogiorno (l’incidenza è del 9%) e 2 milioni 44mila sono donne (il 6,6%), 1 milione 45 mila minori (il 10%), 857 mila hanno un’età compresa tra 18 e 34 anni (8,1%)e 590 mila sono anziani (pari al 4,5%).

Come quella assoluta, anche l’indice di povertà relativa risulta stabile e coinvolge, nel 2014, il 10,3% delle famiglie e il 12,9% delle persone residenti, per un totale di 2 milioni 654 mila famiglie e 7 milioni 815 mila persone.

Anche per la povertà relativa si conferma la stabilità al Nord, al Centro e al Sud e il miglioramento della condizione delle famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione (l’incidenza della povertà relativa passa dal 32,3% al 23,9%, con un -8,4%) o residenti nei piccoli comuni del Mezzogiorno (dal 25,8% al 23,7%).

Secondo Cristiano Gori, docente di Politiche sociali alla Cattolica di Milano però «il vero paragone andrebbe fatto con l'inizio della crisi e quindi con i dati del 2007».

«Analizzandoli con questa prospettiva i nuovi dati ci mostrano sicuramente che la povertà assoluta è sostanzialmente stabile rispetto al 2013», continua Gori, «ma che è più che raddoppiata in questi 8 anni. Dobbiamo dirci che la crisi economica ha portato non solo alla crescita di questa fetta di società ma anche al suo stabilizzarsi. Con la ripresa economica dei prossimi anni potrà diminuire un po', ma è irrealistico pensare che si torni ai valori del 2007, quelli pre-crisi. Siamo di fronte ad una presenza strutturale della povertà molto maggiore ed è con questo che dovremmo confrontarci».

Come muoversi? Gori non ha dubbi: «Questi dati escono nel periodo nel quale ci avviciniamo alla legge di stabilità e ci confermano la necessità di costruire politiche adeguate contro la povertà. In primo luogo il Reddito di inclusione sociale (leggi qui)».

Altri dati

Nel 2014 migliora la situazione economica delle coppie con figli
Migliora nel 2014, secondo l’indagine Istat sulla spesa delle famiglie, la situazione economica delle coppie con figli, tra quelle che ne hanno due l’incidenza di povertà assoluta passa dall’8,6% al 5,9%, e delle famiglie con a capo una persona tra i 45 e i 54 anni (dal 7,4% al 6%). La povertà assoluta diminuisce anche tra le famiglie con a capo una persona in cerca di occupazione (dal 23,7% al 16,2%),poichè sempre più spesso, rispetto al 2013, queste famiglie hanno al proprio interno altri occupati o ritirati dal lavoro.

Le famiglie con stranieri sono più povere di quelle italiane
Tra le famiglie con stranieri la povertà assoluta è più diffusa che nelle famiglie composte solamente da italiani: dal 4,3% di queste ultime (in leggero miglioramento rispetto al 5,1% del 2013) al 12,9% per le famiglie miste fino al 23,4% per quelle composte da soli stranieri. Al Nord e al Centro la povertà tra le famiglie di stranieri è di oltre 6 volte superiore a quella delle famiglie di soli italiani, nel Mezzogiorno è circa tripla.


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