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L’identikit del viaggiatore della Francigena allo Slow Travel Fest

Il Centro studi del Tci presenta il primo dossier sul turismo lento lungo l'antica via Romea che dal Passo del San Bernardo arriva a Roma. A Monteriggiori dal 9 ottobre, tre giorni dedicati al viaggiare con lentezza

di Redazione

Si apre a Monteriggioni la tre giorni dello Slow Travel Fest, un evento dedicato alla cultura del viaggio lento, a piedi o in bicicletta organizzato da Ciclica.cc e il Movimento Lento, network di realtà che collaborano per diffondere la cultura dello “slow travel”. Dal 9 all’11 ottobre nell'antico comune in provincia di Siena sono in programma incontri, escursioni, arte, musica, cinema e natura. E non poteva essere che questa, una manifestazione che nasce per raccontare cosa significhi spostarsi in simbiosi con il territorio, la cornice scelta dal Touring Club Italiano (main partner dell’iniziativa) per presentare la ricerca “Il turismo sulla Via Francigena”, realizzato dal Centro studi Tci con l’associazione europea delle Vie Francigene. Una ricerca che vuol fare il punto sui numero di un segmento turistico che ha prospettive di crescita elevatissime.

«La domanda di turismo lento, in particolare sui Cammini, è in fortissima espansione e costituisce un modo unico e sostenibile per scoprire il nostro Paese», afferma Massimiliano Vavassori, direttore del Centro Studi Tci. «In vista del prossimo Giubileo della Misericordia, l’Italia deve farsi trovare pronta per offrire un’esperienza accessibile alle diverse tipologie di viaggiatori provenienti da tutto il mondo, in termini di servizi e di infrastrutture».

La Via Francigena è stata al contempo un itinerario spirituale, una rotta commerciale e militare: percorrerla significa immergersi nella storia europea. Con il nome di Francigena o Romee si indica il percorso che dal Medioevo univa il centro Europa a Roma, in Italia dal passo del San Bernardo la Francigena conta 1.018 km. I promotori dello Slow Travel Fest nel parlare della Via Francigena ricordano una frase di Goethe “L’Europa si è costruita in pellegrinaggio”. Anche se come emerge dalla ricerca Tci la motivazione religiosa di chi la percorre oggi non è prioritaria, rappresenta solo il 10%, meno della metà degli interessi culturali (22%) e del desiderio di un turismo diverso da quello di massa (17%).

Il turismo sul tratto italiano della Via Francigena è un’evidenza recente (il 90% ha affettuato il percorso negli ultimi 3 anni) ma in forte sviluppo. Ma chi la percorre, quale l’identikit che emerge dalla ricerca? Si tratta di un viaggiatore informato, che si organizza prevalentemente da solo, acquista prodotti editoriali dedicati, si muove perlopiù a piedi ma anche in bicicletta (24%), parte in primavera o estate, alloggia in strutture extralberghiere e alloca un budget di spesa limitato (il 62% spende meno di 500 euro). Tra gli stranieri, il 46% viaggia da solo.

L’esperienza sulla Francigena è un viaggio slow ma non necessariamente lunga: il 23% dedica al cammino meno di 4 giorni, il 24% da 5 a 7, il 28% da 8 a 14: solo il 25% dedica oltre due settimane. Il soggiorno medio è di circa 10 giorni per gli italiani e di 17 per gli stranieri.

L’intera ricerca sarà presentata sabato 10 ottobre dalle ore 9 alle 13 agli Stati Generali della Via Francigena ad Abbadia a Isola.