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Cooperazione & Relazioni internazionali

Confindustria: «Ecco la nostra visione e il nostro ruolo nella cooperazione allo sviluppo»

Tra i numerosi commenti che Vita.it ha ricevuto in seguito all'intervista realizzata a Laura Frigenti, Direttrice dell'Agenzia per lo sviluppo, non poteva mancare la voce del settore privato. Parla Giovanni Rocca, coordinatore del Gruppo di lavoro Cooperazione internazionale di Confindustria e membro del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo sviluppo.

di Giovanni Rocca

Confindustria ha partecipato attivamente al dibattito pubblico che ha condotto all’approvazione della Legge di riforma della Cooperazione allo sviluppo, sulla quale esprime un giudizio assai positivo in quanto essa comporta un riordino efficiente, con un sensibile miglioramento dei livelli organizzativo e funzionale, contribuendo a rafforzare l’efficacia dell’azione e l’immagine dell’Italia.

Il nuovo ordinamento apre, tra l’altro, nuovi spazi al settore privato profit riconoscendolo appieno come attore istituzionale in un quadro dove, alla dimensione tipica dell’Aiuto, si aggiungono quelle dello Sviluppo e degli Investimenti. Soprattutto in tale ultimo contesto, le imprese italiane potranno fornire un importante contributo nel promuovere lo sviluppo dei paesi emergenti specialmente attraverso il trasferimento di know how, di processi e tecnologie, nella formazione e nell’assistenza tecnica.

Parte sempre più consistente degli aiuti internazionali viene concessa per l’upgrading delle imprese locali, specie quelle di dimensione piccola e media, e delle loro organizzazioni di rappresentanza, con l’obiettivo di generare investimenti ed occupazione e di favorire l’ingresso di queste economie nel commercio internazionale, investendo risorse nei settori industriali più promettenti. Attraverso la nuova Legge, l’Italia si allinea all’approccio, affermatosi ormai a livello globale, secondo cui la cooperazione contempla lo sviluppo del settore privato nei paesi beneficiari tra gli obiettivi prioritari, cosi come indicato dalle Nazioni Unite, che hanno sancito, da tempo e con estrema chiarezza, che la crescita economica e l’autosviluppo dei paesi destinatari degli aiuti passano attraverso il rafforzamento delle loro strutture economiche e produttive.

Parte sempre più consistente degli aiuti internazionali viene concessa per l’upgrading delle imprese locali con l’obiettivo di generare investimenti ed occupazione.

Da tempo infatti la cooperazione internazionale si è allontanata dagli aiuti a pioggia concentrandoli sui settori strategici per lo sviluppo sostenibile quali ambiente, efficienza energetica, trattamento dei rifiuti, infrastrutture civili ecc. Inoltre, molti paesi in via di sviluppo sono fortemente – talvolta quasi esclusivamente – dipendenti dall’export di materie prime, che sono per definizione soggette ad alta volatilità. Pertanto è cruciale aiutarli a strutturare al loro interno solide catene del valore per favorire l’industrializzazione, dapprima dei prodotti intermedi ed in seguito anche di quelli finiti, cosi da diversificare le proprie economie, creare occupazione ed affrancarsi gradualmente dalla dipendenza dagli sbalzi dei listini internazionali delle commodities.

L’ottica più efficace a tale riguardo è quella di operare per “filiere”. Un esempio, solo per citare uno dei molti settori industriali dove sono presenti eccellenze assolute dell’Italia, è quello della produzione agricola, o del più ampio comparto dello sviluppo rurale, dove le nostre imprese possono fornire un valore aggiunto assai elevato per sostenere l’industrializzazione in loco, a partire dalla elettrificazione delle aree rurali, all’impiantisca di piccola generazione, alle infrastrutture di base, fino allo sviluppo della catena del freddo, del packaging, delle macchine per la movimentazione della terra, dei sistemi di logistica e stoccaggio, ecc. Ma tale prospettiva è analoga in molti altri settori, dall’impiantistica, ai trasporti, ai macchinari, alla produzione manifatturiera, anche attraverso il supporto alla creazione di distretti industriali, come quelli che hanno cosi efficacemente alimentato la crescita delle PMI italiane attraverso forme di integrazione e di collaborazione a livello territoriale.

L’intervista rilasciata a Vita dalla Dr.ssa Laura Frigenti, primo Direttore dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, evidenza aspetti di grande importanza del processo in corso, che condividiamo interamente.

Per quanto attiene alle innovazioni legislative, l’intervista rilasciata a Vita magazine dalla Dr.ssa Laura Frigenti, primo Direttore dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, pubblicata il 4 gennaio scorso, evidenza aspetti di grande importanza del processo in corso, che condividiamo interamente. In particolare, la necessità di ultimare l’architettura istituzionale prevista dalla legge 125/2014 e la strutturazione dell’Agenzia, che costituisce la principale novità, almeno per quanto riguarda il punto di vista delle imprese, tradizionalmente attente agli aspetti operativi.

È significativo, inoltre, che la nuova Legge preveda che la Cassa Depositi e Prestiti possa assolvere ai compiti di istituzione finanziaria per la cooperazione internazionale allo sviluppo, con la quale la nuova Agenzia potrà stipulare convenzioni per la gestione dei profili finanziari delle iniziative e per la strutturazione di strumenti finanziari nell'ambito di accordi con Organizzazioni finanziarie europee o internazionali, permettendo, come già avviene in quasi tutti i partner europei, di attivare ulteriori risorse per le finalità specifiche della cooperazione allo sviluppo.

Infine, Confindustria è pronta a fornire il proprio contributo anche per informare e sensibilizzare le imprese attraverso seminari di presentazione della nuova Legge presso le associazioni territoriali e di settore, che potremmo svolgere anche in collaborazione con l’Agenzia. Per altro, stiamo già operando attivamente in seno al Consiglio Nazionale per la Cooperazione Internazionale, nuovo organo recentemente istituito dalla Legge, in stretto coordinamento con il mondo non profit, con il quale condividiamo strategie ed obiettivi.

Credito foto: Getty Images/Gianluigi Guercia


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