Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Cooperazione & Relazioni internazionali

Milano, 47 famiglie hanno fatto domanda per accogliere rifugiati

Nei quindici giorni di apertura del bando comunale, che garantisce 400 euro al mese a chi ospita una persona con protezione umanitaria per 180 giorni, sono arrivate 50 buste: due scartate perché inviate da residenti fuori città, una era un hotel. Chi vuole ospitare ha dai 30 ai 50 anni, a volte con figli, senza distinzione tra centro e periferia. Ecco cosa succede ora

di Daniele Biella

“Il Comune di Milano chiede ai cittadini di aprire la case ai profughi in cambio di 400 euro al mese”. Agli sgoccioli del 2015, il 30 dicembre, questa era stata la notizia che aveva fatto il giro dei media italiani, web compreso ovviamente. Con tutte le reazioni del caso, favorevoli e contrari. Ora, quel bando che cercava persone disposte ad accogliere – rimasto aperto 15 giorni, trattandosi di una sperimentazione per capire l’interesse della popolazione – si è chiuso, e si tirano le somme. Sono 50 i nuclei che hanno presentato domanda. Di questi, 47 sono stati accettati, due esclusi perché residenti fuori Milano (requisito del bando), uno perché si trattava di un hotel.

Ecco l’identikit di chi si è fatto avanti e in questi giorni sta venendo contattato dagli assistenti sociali comunali e dal Consorzio Farsi Prossimo, partner del progetto con all’attivo un’esperienza pluridecennale nella gestione di centri Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati): coppie sposate o conviventi, in media dai 30 a i 50 anni, a volte con figli. Le abitazioni sono sparse in tutta la città, in centro come in periferia, e la loro metratura media è di 100 metri quadri.

Da fine gennaio a metà febbraio le singole famiglie ospitanti verranno conosciute dagli operatori valutando le motivazioni che hanno portato alla scelta di aderire al bando, nello stesso momento si procederà alla selezione delle prime cinque persone straniere (singoli, non famiglie) che hanno ottenuto il riconoscimento della condizione di rifugiato – non si tratta quindi giuridicamente di profughi o richiedenti asilo, ma di persone che la richiesta di protezione umanitaria l’hanno fatta e ottenuta – con l’inserimento nelle prime cinque famiglie selezionate previsto per inizio marzo 2016 e della durata di sei mesi.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA