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Cooperazione & Relazioni internazionali

Migranti, sabato 27 febbraio si marcia in tutto il mondo per il #safepassage

In centinaia di piazze, dall'Europa alle Americhe e al Medio Oriente, avranno luogo manifestazioni di solidarietà della società civile verso i profughi con specifiche richieste alle istituzioni: istituzione di canali umanitari, concessione di visti per chi fugge da guerre e persecuzioni, diritto al ricongiungimento famigliare e accoglienza dignitosa

di Daniele Biella

Digitate Safe passage NOW (Corridoio sicuro ORA) su facebook. Vi appariranno centinaia di eventi, che avranno luogo tutti sabato 27 febbraio alla stessa ora, le 15.00, con differenze a seconda del fuso orario. Si tratta di una Marcia europea per i diritti dei rifugiati che sarà compiuta da decine di migliaia di cittadini in varie parti del mondo, pronti a scendere in strada per denunciare l'inadeguatezza delle scelte politiche dell'Unione europea nel far fronte ai drammi dei profughi che cercano una vita migliore in Europa, trovando però la morte in mare o confini sempre più altri tra le frontiere dei Paesi del vecchio continente, dai Balcani in su.

In Italia sono almeno una decina le città in cui avrà luogo la marcia, che coinvolge 28 nazioni diverse (qui il link in costante aggiornamento dei luoghi), dalla Svizzera all'Ungheria, dalla Germania alla Polonia, ma anche Stati Uniti e Canada. Cosa si chiede? In primo luogo l'implementazione di canali legali e sicuri per arrivare in Europa, senza dovere passare dalla roulette russa del mar Mediterraneo e le angherie dei trafficanti. Poi, in diretta connessione con i canali umanitari, la concessione di visti dedicati a chi fugge da un Pese a rischio, diritti concreti per un ricongiungimento familiare laddove vi sono parenti già rifugiati in una nazione europea (superando così l'attuale regolamento di Dublino, che obbliga una persona a richiedere asilo nel primo Strato di approdo, spesso quindi l'Italia o la Grecia).

In Italia sono almeno una decina le città in cui avrà luogo la marcia, che coinvolge 28 nazioni diverse"

Infine, i promotori dell'iniziativa chiedono un'accoglienza dei migranti che si basi su livelli umanitari accettabili e portata avanti da soggetti che non lucrino alle spalle degli stessi e da istituzioni che non promuovano leggi contro i diritti umani e civili delle persone immigrate, vedi il caso danese della confisca dei beni dei migranti quando superino la quota massima di 1300 euro.


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